Piero Olmeda
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  Italy
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  May 2015
  
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|   | La Bellezza e la Bestia 
          
                
              —
                published
               2015
              —
              2 editions
          
         |  | 
|   | Un Giorno Verde 
          
                
              —
                published
               2015
              —
              2 editions
          
         |  | 
|   | Of Time and Goats 
          
                
              —
                published
               2015
              —
              5 editions
          
         |  | 
|   | Fata Morgana 
          
                
              —
                published
               2015
              —
              3 editions
          
         |  | 
|   | La prima di tutte le donne - parte prima |  | 
      “To count the stones losing count
is the sense of our life: the algebra
of our displacements.
To follow paths losing sense
is the circumvolution, the evolution: the logic
of our moments. But. No.
There is no symmetry in our acts.
Never the chance of steps that surprise us
to salt.
Our time machine. Forward.
Never backward the meat machine.
No turning back. No turning back.
There is no remedy: death
is an incurable asymmetry.
Huge is the ticking of the Clock but
but our time has the clutch, the vortex
the saltwater of a wave that covers us.
It reshapes and hollows out the face, like sand
robs us of our flesh.”
― Of Time and Goats
  is the sense of our life: the algebra
of our displacements.
To follow paths losing sense
is the circumvolution, the evolution: the logic
of our moments. But. No.
There is no symmetry in our acts.
Never the chance of steps that surprise us
to salt.
Our time machine. Forward.
Never backward the meat machine.
No turning back. No turning back.
There is no remedy: death
is an incurable asymmetry.
Huge is the ticking of the Clock but
but our time has the clutch, the vortex
the saltwater of a wave that covers us.
It reshapes and hollows out the face, like sand
robs us of our flesh.”
― Of Time and Goats
      “Dopo che V. pronunciò le ultime parole, la percezione del mondo di B. ruotò su se stessa. Le loro ombre si tramutarono in due corpi di carne viva che si affrontavano in due dimensioni sulle piastrelle livide della terrazza. L'immagine di lei che aveva davanti si trasformò invece in un'ombra dai contorni netti, anzi piuttosto una falla, un buco a forma di donna nello spazio-tempo che lasciava trapelare il nulla assoluto che stava al di là. La mano di B. si alzò come se possedesse una volontà propria e indipendente, nera si confondeva con l'assenza di lei, così fece anche l'altra mano, si portò lentamente all'altezza dove prima stavano gli occhi e sentì, senza vederlo, che le punte delle dita si stavano sfiorando nel buio.
La scintilla della coscienza di B. ardeva di una fiamma nera, incontrollabile, silenziosa, che bruciava lo sbocciare di un fiore ai limiti dell'alba, il palpitare di un cuore caldo sotto la mano, il bacio umido di una notte d'estasi, senza fumo e cenere, lasciando solo un vuoto privo di alcun ricordo. La morte scese, dolce come la primavera dell'infanzia, un lieve accenno di sorriso a un angolo della bocca, timida, pietosa come mai era stata una madre, lo strinse a sé calda come zucchero, gli sussurrò parole inudibili dietro l'orecchio che lo fecero rabbrividire come mai un'amante aveva mai fatto. Lo strinse così forte che diventò lui stesso, B. ricambiò la stretta così disperatamente che divenne lei stessa, il due diventò uno, l'amore impossibile diventò vero, ed amaro come il frutto delizioso della conoscenza.
Le mani che non poteva vedere, le sue mani, si avvicinarono in una lenta danza, si strinsero una contro l'altra sempre più forte, per afferrare l'ineffabile, stringere l'amore prima che scappasse via, cogliere quell'attimo che non sarebbe mai più ritornato, la verità nella sua inconcepibile bellezza che palpitava viva tra le dita come carne viva, urlo, sudore, liscia pelle, calore bruciante, ruotare della terra nel nero assoluto del cosmo.
Fu un attimo, e la percezione del mondo ruotò nuovamente su se stessa, ritornando là dove doveva stare. B. guardò le sue mani che tremavano sospese nell'aria e poi abbassò lo sguardo verso terra e lì, la vide, abbandonata sulla superficie fredda, un corpo gelido ed immobile che non respirava più, il torace che non si alzava né si abbassava, gli occhi fissi ed immobili che non lo vedevano più, una bambola di una bellezza indescrivibile abbandonata da lui stesso e dal mondo.”
― Fata Morgana
  La scintilla della coscienza di B. ardeva di una fiamma nera, incontrollabile, silenziosa, che bruciava lo sbocciare di un fiore ai limiti dell'alba, il palpitare di un cuore caldo sotto la mano, il bacio umido di una notte d'estasi, senza fumo e cenere, lasciando solo un vuoto privo di alcun ricordo. La morte scese, dolce come la primavera dell'infanzia, un lieve accenno di sorriso a un angolo della bocca, timida, pietosa come mai era stata una madre, lo strinse a sé calda come zucchero, gli sussurrò parole inudibili dietro l'orecchio che lo fecero rabbrividire come mai un'amante aveva mai fatto. Lo strinse così forte che diventò lui stesso, B. ricambiò la stretta così disperatamente che divenne lei stessa, il due diventò uno, l'amore impossibile diventò vero, ed amaro come il frutto delizioso della conoscenza.
Le mani che non poteva vedere, le sue mani, si avvicinarono in una lenta danza, si strinsero una contro l'altra sempre più forte, per afferrare l'ineffabile, stringere l'amore prima che scappasse via, cogliere quell'attimo che non sarebbe mai più ritornato, la verità nella sua inconcepibile bellezza che palpitava viva tra le dita come carne viva, urlo, sudore, liscia pelle, calore bruciante, ruotare della terra nel nero assoluto del cosmo.
Fu un attimo, e la percezione del mondo ruotò nuovamente su se stessa, ritornando là dove doveva stare. B. guardò le sue mani che tremavano sospese nell'aria e poi abbassò lo sguardo verso terra e lì, la vide, abbandonata sulla superficie fredda, un corpo gelido ed immobile che non respirava più, il torace che non si alzava né si abbassava, gli occhi fissi ed immobili che non lo vedevano più, una bambola di una bellezza indescrivibile abbandonata da lui stesso e dal mondo.”
― Fata Morgana
      “To count the stones losing count
is the sense of our life: the algebra
of our displacements.
To follow paths losing sense
is the circumvolution, the evolution: the logic
of our moments. But. No.
There is no symmetry in our acts.
Never the chance of steps that surprise us
to salt.
Our time machine. Forward.
Never backward the meat machine.
No turning back. No turning back.
There is no remedy: death
is an incurable asymmetry.
Huge is the ticking of the Clock but
but our time has the clutch, the vortex
the saltwater of a wave that covers us.
It reshapes and hollows out the face, like sand
robs us of our flesh.”
― Of Time and Goats
  is the sense of our life: the algebra
of our displacements.
To follow paths losing sense
is the circumvolution, the evolution: the logic
of our moments. But. No.
There is no symmetry in our acts.
Never the chance of steps that surprise us
to salt.
Our time machine. Forward.
Never backward the meat machine.
No turning back. No turning back.
There is no remedy: death
is an incurable asymmetry.
Huge is the ticking of the Clock but
but our time has the clutch, the vortex
the saltwater of a wave that covers us.
It reshapes and hollows out the face, like sand
robs us of our flesh.”
― Of Time and Goats
      “Contare i sassi perdendo il conto 
è il senso della nostra vita: l'algebra
dei nostri spostamenti.
Seguire percorsi perdendo il senso
è la circonvoluzione, l'evolversi: la logica
dei nostri istanti. Ma. No.
Non c'è simmetria nei nostri atti.
Mai il caso dei passi ci sorprenderà
di sale.
La nostra macchina del tempo. Avanti.
Mai indietro la macchina di carne.
Indietro non si torna. Indietro non si torna.
Non c'è rimedio: la morte
è un'asimmetria inguaribile.
Enorme il ticchettio dell'Orologio ma
ma il nostro tempo ha la stretta, il vortice
l'acqua di sale di un'onda che ci copre.
Rifà ed incava il viso, come sabbia
ci porta via la carne.”
― Of Time and Goats
  è il senso della nostra vita: l'algebra
dei nostri spostamenti.
Seguire percorsi perdendo il senso
è la circonvoluzione, l'evolversi: la logica
dei nostri istanti. Ma. No.
Non c'è simmetria nei nostri atti.
Mai il caso dei passi ci sorprenderà
di sale.
La nostra macchina del tempo. Avanti.
Mai indietro la macchina di carne.
Indietro non si torna. Indietro non si torna.
Non c'è rimedio: la morte
è un'asimmetria inguaribile.
Enorme il ticchettio dell'Orologio ma
ma il nostro tempo ha la stretta, il vortice
l'acqua di sale di un'onda che ci copre.
Rifà ed incava il viso, come sabbia
ci porta via la carne.”
― Of Time and Goats
      “Mi ero svegliato stanco come mi ero addormentato, una luce tagliente che entrava dalla finestra creando dal nulla nuvole dorate di polvere. Non era la luce di tutti gli altri giorni, non era bianca o rosa, allegra o triste, rinfrescante, bagnata o calda, ma era più potente di tutte le luci di tutte le albe che avevo vissuto, riusciva a entrare fin negli angoli più nascosti, riusciva a curvare e percorrere i disegni dei più oscuri labirinti fino a svelare quegli interstizi dove mai luce era arrivata, dove forse mai lo sguardo si era posato.
Guardando i suoi occhi neri e grandi non potevo fare a meno di pensare a quella luce verde che aveva inondato tutti gli oggetti, che era scesa dolorosamente negli occhi e che ora scorreva ineliminabile nelle vene. Di fronte al suo specchio di carne mi capitò di dire le cose verdi che non avrei mai pensato di poter dire e che forse non dovrebbero mai essere pronunciate”
― Un Giorno Verde
  Guardando i suoi occhi neri e grandi non potevo fare a meno di pensare a quella luce verde che aveva inondato tutti gli oggetti, che era scesa dolorosamente negli occhi e che ora scorreva ineliminabile nelle vene. Di fronte al suo specchio di carne mi capitò di dire le cose verdi che non avrei mai pensato di poter dire e che forse non dovrebbero mai essere pronunciate”
― Un Giorno Verde
      “Certe volte è difficile stabilire se è l'alba o il tramonto. Qui il sole è sempre lo stesso. Quando è vicino all'orizzonte comincia ad adagiarsi, come felice di una morte a lungo aspettata. Oppure, se lo guardiamo da un'altra angolazione, sembra una palla un po' sgonfia che sta per lanciarsi verso l'alto in un impeto elastico...
...
Mi incamminai verso la riva, misi i piedi nell'acqua. Era freddo. Cercai di immaginarmi T. Per la prima volta riuscivo a vederla come una persona umana, di carne, non come una vuota bambola di un film esistenzialista. La fisicità con cui la vedevo ora che era morta mi colpì con forza. A lei piaceva giocare con le parole. E capii che io non avrei dovuto giocare con lei, che non avrei dovuto giocare a fare un romanzo. Non avrei dovuto scherzare con la vita.”
―
  ...
Mi incamminai verso la riva, misi i piedi nell'acqua. Era freddo. Cercai di immaginarmi T. Per la prima volta riuscivo a vederla come una persona umana, di carne, non come una vuota bambola di un film esistenzialista. La fisicità con cui la vedevo ora che era morta mi colpì con forza. A lei piaceva giocare con le parole. E capii che io non avrei dovuto giocare con lei, che non avrei dovuto giocare a fare un romanzo. Non avrei dovuto scherzare con la vita.”
―
      “Cominciò a dire “Chi?...Che cosa?”, ma la risposta fu un rantolo prolungato, seguito da una serie di conati, mentre il corpo che teneva tra le braccia tremava in modo incontrollabile. Piano piano cominciò a notare il soprabito sporco di un colore indefinibile, i piedi nudi, i capelli raggrumati in configurazioni improbabili. 
Allora, con estremo sforzo, con le due mani a metà tra le guance ed il collo provò a sollevare lentamente il viso di questo corpo. Vide due immensi occhi gialli, persi nel nulla, secchi, la pupilla nera dilatata all'impossibile. Le guance scavate con le ossa del cranio che premevano sulla pelle rinsecchita dove le rughe si diramavano dagli occhi e dalle labbra come le crepe di un deserto.
E ancora disse e continuò a ripetere: “Chi sei? Cosa vuoi? Perché?” Ma infine la risposta che non voleva accettare si fece strada nel caos. No, non era possibile. No, non era un mostro venuto dallo spazio, né l'incubo di qualcun altro, ma semplicemente era suo figlio.”
―
  Allora, con estremo sforzo, con le due mani a metà tra le guance ed il collo provò a sollevare lentamente il viso di questo corpo. Vide due immensi occhi gialli, persi nel nulla, secchi, la pupilla nera dilatata all'impossibile. Le guance scavate con le ossa del cranio che premevano sulla pelle rinsecchita dove le rughe si diramavano dagli occhi e dalle labbra come le crepe di un deserto.
E ancora disse e continuò a ripetere: “Chi sei? Cosa vuoi? Perché?” Ma infine la risposta che non voleva accettare si fece strada nel caos. No, non era possibile. No, non era un mostro venuto dallo spazio, né l'incubo di qualcun altro, ma semplicemente era suo figlio.”
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        Goodreads Italia è un luogo d'incontro per gli utenti italiani e italofoni della piattaforma Goodreads. Il gruppo, nato nel 2010 e in costante evoluz ...more
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        A great place to find book giveaways and great deals!
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        Il gruppo nasce nel Giugno 2012 da una idea di Tiziano con l'obiettivo di diventare il primo gruppo italiano esclusivamente dedicato agli autori indip ...more
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