Rapporto letture - Luglio 2025
Mesata di letture mediamente poco impegnative, sempre per riprendermi dalla lettura del premio Mondofuturo (adesso lo posso dire, visto che sono usciti i finalisti), ragione per cui ho anche evitato la fantascienza, perché per un po’ basta vi prego.
Ho iniziato Bim Bum Bam Ketamina nel giorno in cui è uscito il nuovo romanzo di Claudia Grande, sempre pubblicato da Il Saggiatore. Avevo delle aspettative per questo libro, che non definirei “alte” ma comunque condizionate dal fatto di seguire l’autrice sul suo profilo instagram per i suoi memi a tema lettratura/attualità e straightup trash. Mi aspettavo quindi qualcosa di fresco, irriverente, moderno, e invece ho trovato qualcosa di un po’ superato, sia per temi che per vicende, un po’ Bukowski ma fuori tempo massimo e un po’ Palahniuk ma senza la stessa audacia. Fosse un libro uscito negli anni 90 sarebbe stato perfetto, ma nel 2020+ leggere al centro del dibattito dei media di un concorrente a un quiz televisivo e un regista di snuff movie è pericolosamente al limite dell’umarel. Inoltre ho tutta l’impressione che questo libro avrebbe dovuto essere semplicemente una raccolta di racconti tra loro indipendenti, perché il tentativo di intrecciare le storie con un narratore che partecipa a tutte, spesso in modo del tutto marginale, aggiunge un livello di fragilità a dei racconti che già hanno brusche virate di tono dal grottesco al tragico. Ci ho scorto anche una sottotraccia di grassofobia, dato che in ogni storia c’è sempre un personaggio obeso che viene rappresentato solo come tale e poiché è grasso è anche schifoso e cattivo. Un libro che promette più di quello che mantiene, anche se magari le promesse me le ero immaginate io. Voto: 6.5/10
Di contro, Jason Pargin fa qualcosa che non avevo mai trovato e che considero un grande limite della narrativa contemporanea, cioè ignorare il “mondo virtuale” perché “la vita vera è altrove”. Naturalmente non tutte le storie hanno bisogno della loro controparte social, ma se come in I’m Starting to Worry About This Black Box of Doom si tratta di un road trip attraverso gli USA con un carico misterioso che potrebbe essere una bomba atomica da far saltare nella capitale durante la cerimonia del 4 luglio, allora è impossibile che nel 2020+ questo non attiri le attenzioni del popolo del web. Infatti una buona parte di questo libro si concentra proprio sulle dinamiche social, in particolare su come le notizie si diffondono su reddit, come nascono le teorie del complotto e come l’esercito di anonimi superesperti riesce a costruire teorie credibili ed efficaci. Il tutto mentre il protagonista è un twitcher pericolosamente vicino agli ambienti redpillati, e la sua passeggera una makeup influencer che si è ritirata a vita privata dopo uno scandalo. Durante il viaggio che presenta a volte situzioni grottesche (dalla caccia al coniglio, a una visita a Roswell, a un incidente con camion di cheddar e sriracha), i protagonisti e gli altri sulle loro tracce hanno modo di esporre da più prospettive le loro visioni sulla società moderna, e sul perché ci sentiamo tutti così soli e ansiosi. Il tutto con un finale sorprendentemente wholesome. Questo è il modo di raccontare il presente, invece di nasconderlo sotto il tappeto delle drammoni di corna borghesi. Voto: 8/10
Se vi state meravigliando per la copertina, fate bene. La bella e la bestia - Dietro la storia si presenta come un prequel/origin story della fiaba, anche se l’autore Rosario Esposito la presenta spesso come “retelling” (non lo è). Ora giustamente vi chiederete perché mai dovrei leggere una cosa del genere, ma se avete seguito alcuni dei miei debunking più recenti sul canale youtube potreste capire. Questo romanzo dovrebbe raccontare le origini della maledizioen della bestia disneyiana, ma in realtà non lo fa, perché il collegamento avviene solo nell’ultimo capitolo in maniera frettolosa a e incoerente, e per il resto è la storia di un triangolo amoroso tra princpessa, principe e guardiano in regni imprecisati di un’epoca indefinita, con scene inconsequenziali e personaggi implausibili. La scrittura è di un livello imbarazzante, ma con punte di involontaria comicità che valgono il prezzo del biglietto. Non assegno un voto perché siamo sul non classificabile, ma direi che rientriamo nel so bad it’s so good. Detto questo, non prendetelo come un invito a leggerlo, perché no.
Infine per ripristinare la mia fiducia nel fantasy italiano mi sono letto il romanzo diS.C. Alder, che sì, è un autore italiano sotto pseudonimo. Avventure dei cinque regni è un libro per ragazzi, più middle grade che young adult, con una quest epic fantasy classica che vede per protagonisti quattro ragazzini, assortiti come si conviene in un party del genere: l’eroe improbabile, il paladino integerrimo, la maga imbranata, il bardo furbacchione. Non c’è niente in questo libro che non abbiate già visto decine di volte, ma tutto si svolge in modo estremamente pulito e onesto, per cui la lettura è confortevole e appagante. Quello che forse questo libro ha in più rispetto a molti altri affini è una certa ironia che pervade tutta la narrazione, concentrata in particolare intorno al pesonaggio del bardo. Forse avrei evitato prologo/epilogo con le divinità che si raccontano la storia, che mi sembra non aggiungano molto alla vicenda, ma è abbastanza indolore. Il finale lascia la porta aperta per dei seguiti, di cui però finora non ho trovato tracce. Forse dopo il primo libro la Grande Casa Editrice non ha ritenuto opportuno continuare la serie? Se è così, i feel you, fratello S.C. Voto: 7/10
Unknown to Millions
Libri, fantascienza, serie tv, Futurama, Doctor Who
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