Genitori Quotes

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Irène Némirovsky
“[I figli] Ci divorano vivi e noi li benediciamo.”
Irène Némirovsky, Due

Sibyl von der Schulenburg
“La mamma dice sempre che se ci si perde di vista bisogna tornare all'ultimo posto in cui si è stati insieme.”
Sibyl von der Schulenburg, La porta dei morti

Jack Kerouac
“Dean tirò fuori altre fotografie. Mi resi conto che queste erano tutte le istantanee che i nostri bambini avrebbero guardato un giorno con stupore, convinti che i loro genitori avessero vissuto una vita liscia, ben ordinato, delimitata nella cornice di quelle fotografie e si fossero alzati al mattino per incamminarsi orgogliosi sui marciapiedi della vita, senza mai sognare la stracciata pazzia e la ribellione della nostra vita reale, della nostra notte reale, l’inferno di essa, l’insensata strada piena di incubi. Tutto questo dentro un vuoto senza principio e senza fine. Compassionevoli forme di ignoranza.”
Jack Kerouac, On the Road

John Irving
“«Ho letto tutti i tuoi libri» rispose con entusiasmo. «I tuoi romanzi sono stati una specie di in loco parentis per me» aggiunse, scandendo con cura le parole latine. «Quasi dei genitori, insomma»
Ci sorridemmo: aveva detto tutto quello che c’era da dire, e l’aveva detto proprio bene. Suo padre sarebbe stato felice dell’uomo che era diventato, nella misura in cui riusciva a concepire la felicità. Io e Tom eravamo cresciuti con il disprezzo per noi stessi, perché ci avevano insegnato che le differenze sessuali erano sbagliate. Ora mi vergogno di aver sperato che Peter non fosse come Tom, né come me. Forse l’augurio migliore per i ragazzi della sua generazione era che venissero su “come noi”, però orgogliosi di ciò che erano.”
John Irving, In One Person

Irène Némirovsky
“Quanto bisogna aver vissuto, per poter scoprire tratti umani nei nostri genitori o insegnanti! E, probabilmente, pensava, l'intera esistenza consiste in questo lento cambiamento di prospettiva.”
Irène Némirovsky, Due

Matteo Bussola
“Quel che le madri non sospettano è che quando i padri si alzano alle tre di notte per coccolare i figli non è per fare i gentili, né per lasciarle dormire. È solo per recuperare il senso. Respirare, stringere, stare a godersi quel che c’è. Sentirsi un po' più vicini a una cosa che in fondo non hanno mai avuto e mai avranno.

Perché quello che le donne non dicono non è niente in confronto a quel che gli uomini non sanno.”
Matteo Bussola, Notti in bianco, baci a colazione

“Mio padre me lo ripeteva di continuo, a volte me ne andavo di casa anche solo per questo rimprovero. La mia posizione sbagliata mentre mangiavo, mentre dormivo, mentre scopavo. La mia posizione sbagliata.
La mia posizione sbagliata mentre vivevo, mentre amavo, mentre sceglievo. La mia posizione nuda.”
Ilaria Macchia, Ho visto un uomo a pezzi

Alessandro Baricco
“Ci disarma, infatti, l'inclinazione a pensare che la nostra vita sia, innanzitutto, un frammento conclusivo della vita dei nostri genitori, solo, affidato alla nostra cura. Come se ci avessero incaricato, in un momento di stanchezza, di tenere un attimo quell'epilogo per loro prezioso; ci si aspettava da noi che lo restituissimo, prima o poi, intatto. L'avrebbero poi ricollocato a posto, formando la rotondità di una vita completa, la loro.”
Alessandro Baricco, Emmaus

Nora Cenere
“Gli liscia le ciocche color corteccia come se fossero frutto del suo sudato e doloroso lavoro. E io che sono suo davvero, per sudore, dolore e tempo, mi guadagno il suo sguardo annoiato.”
Nora Cenere, La costellazione del cane

Monica Gabellini
“Nessuno parlò più e nessuno si mosse. Un silenzio innaturale li avvolse.
L’orologio appeso alla parete continuava a ticchettare scandendo l’avanzare del tempo. Giorgia si ritrovò a fissarlo sperando che cominciasse ad andare all’indietro.
I poliziotti rimasero fermi sulla soglia guardando in basso.
La preside non si alzò dalla sua scrivania. Tenne i gomiti appoggiati al tavolo e la testa retta dalle mani. Gli occhi fissi su Giorgia abbandonata sulla sedia, con le dita strette ai braccioli.
Da lontano si riuscì a udire un insegnante sbraitare contro uno studente che aveva fatto inciampare un compagno di classe. La preside pensò che avrebbe preferito avere mille di quei problemi, piuttosto che dare una notizia del genere a una sua studentessa. Un sospiro le scivolò fuori, involontario.
(Dal Capitolo Primo)”
Monica Gabellini, Fidati di me

Paolo Crepet
“Seguendo un meccanismo inconscio, gli adulti hanno fatto di tutto per asportare il futuro dal panorama dei figli. In questo modo essi riescono a raggiungere uno scopo per loro fondamentale: sentirsi essenziali, ritagliarsi un ruolo salvifico. Fintanto che un figlio sarà dipendente dai genitori, gli adulti potranno illudersi di non invecchiare. Un penoso patto faustiano: l'adulto si offre al giovane come tutor, come semplificatore, mediatore, finanziatore, e in cambio ottiene che il giovane rinunci alla libertà, alla felicità.
Pur di assecondare questo patto diabolico, si trasforma la felicità in un optional, in una merce da baratto, in un desiderio comprimibile e secondario. Si educa un ragazzo a pensare che sia più importante usufruire di una buona elargizione di denaro piuttosto che della libertà per immaginare e costruire il proprio domani. E' doloroso pensare che un giovane rinunci ai suoi desideri, ai sogni, per patteggiare sulla propria sopravvivenza.”
Paolo Crepet, Impara a essere felice

Laurent Mauvignier
“Lo guarda ed è felice di vederlo dormire così, senza rabbia, senza stare sulle sue, senza odio né un giudizio contro di lei - poiché forse è questa la cosa più dura: l'impressione che ogni volta che la guarda non lo fa per vederla così com'è, ma per giudicarla, per attribuirle intenzioni che non ha, per farle un processo che lei ha perso in anticipo.”
Laurent Mauvignier, Continuer

“Abbiamo inventato l’amore per descriverla, e perché bisogna pur dirlo, la coesistenza in un medesimo istante della gioia, della paura, della tenerezza e della vertigine. Tua madre e io ci siamo innamorati il giorno della tua venuta.

I bambini devono pensare che i genitori sono sempre stati genitori. Ma non è così, noi eravamo ancora i bambini dei nostri genitori un istante prima del tuo arrivo. Da allora abbiamo cercato di fare del nostro meglio. Tua madre è perfetta. Io faccio quello che posso.”
Antoine Leiris, La Vie, après

Giulia Caminito
“Calano su di noi alcuni attimi di silenzio che mi ingoiano, la sua frase mi mangia, la sento azzannarmi, devo reagire e porre distanza.
La mia vita non è la sua, la mia vita è mia, la mia vita mi compete, la costruisco io e io la distruggo, allora reagisco, come burattino inghiottito dalla balena insieme al plancton io salto e scalcio per uscire e tornare nel mare, affiorare, navigare a vista, non sarò pasto
di questa asserzione, non cadrò nella sua gola di fonemi e parole. La guardo furibonda e mi alzo dalla sedia come se m’avessero punta tra le cosce, il pizzicore sale e s’infila nelle mutande, stringo i glutei e cerco di cacciarlo via, ma quel fastidio è già dentro, imbastisce un nido di vespe: la nostra vita, la nostra condizione, il nostro tetto, le nostre stoviglie, il nostro futuro, il nostro investimento, la nostra spesa per il pranzo, il nostro denaro che non c’è.
La mia vita non è la tua, urlo con la voce alta, urlo dalle mie fondamenta, dalla piccola me, dalle viscere umide e sento la nostra terra aprirsi, gli alberi cadere – smottamenti e tonfi – ho la faccia calda, i capelli elettrici, le gambe prudono e c’è una creatura dentro
di me, furente, ignobile, che non ne può più delle misure di contenimento.”
Giulia Caminito, L'acqua del lago non è mai dolce

Aharon Appelfeld
“Avevo l'impressione che, se avessi trovato il giusto sentiero, mi avrebbe portato direttamente dai miei genitori. Il pensiero che i miei genitori mi stessero aspettando mi protesse per tutta la guerra. (...) Sulle strade che mi condussero al campo di concentramento, e ai tempi del campo, avevo visto molti cadaveri distesi. Per qualche ragione mi rifiutavo di vedere la mia morte simile alla loro morte. Di solito la fantasia tende al sentimentale, abbellisce. Il lieto fine non è solo un'invenzione artistica, a quanto pare è radicato nell'animo umano.”
Aharon Appelfeld, The Story of a Life

Daria Bignardi
“Per anni non ho pensato al passato, ma ho guardato sempre avanti, per vent'anni forse o anche di più. Ma perdere un genitore a quarant'anni fa più male che a venti. A venti è uno strazio, sei in corsa e corri. A quaranta è un dolore che non passa più: non potrai più decidere se andarlo a trovare o no, non potrai più fargli un regalo, spedirgli una cartolina, fargli una sorpresa telefonando ad un'ora insolita, non potrai più far felice nessuno con così poco. Con nessuno ti sentirai più te stesso come con lui.”
Daria Bignardi, Non vi lascerò orfani

Andrea Bajani
“Per lei era importante non tanto che lui potesse leggere o fare sport, ma che la riconoscesse per quella che lui stesso aveva voluto che lei fosse. Il che forse equivaleva, nella concezione della vita di mia madre, a un disgraziato atto d’amore. Questo in generale credo fu un o dei grandi fraintendimenti fra i miei genitori: lui voleva che lei fosse niente per potere lui essere qualcosa, e lei voleva essere niente perchè essere niente era almeno qualcosa. Il che più che un fraintendimento fu in qualche maniera un patto mai espresso, il loro segreto. Il risultato fu che lei si annullò per davvero e che lui con quel niente seduto sul divano impilò astio, disprezzo e disperazione, allo stesso modo in cui settimana dopo settimana si impilavano sul tavolo le parole crociate che sarebbero poi finite dentro il secchio dell'immondizia.”
Andrea Bajani, L'anniversario