Sicilia Quotes
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“A scangio. Se la storia era come persino quella cretina di so moglieri Angelica pensava, un’opera simile non avrebbe potuto avere nessuna scascione di successo. Qual era, in Sicilia, la proporzione delle cose che succedevano per scangio rispetto a quelle che invece accadevano senza scambio di persone o cose? Per restare a Vigàta, e limitatamente agli ultimi tre mesi, Artemìdoro Lisca era stato ammazzato per scangio al posto di Nirino Contrera una notte che non c’era luna; Turiddruzzu Morello s’era maritato a scangio con Filippa Mancuso che aveva sberginato nottetempo senza addunàrisi che non si trattava di so soro Lucia che invece era la predestinata; Pino Sciacchitano c’era morto perché so moglieri aveva scangiato il veleno per i sorci con il ricostituente che so marito pigliava dopo ogni mangiata. E nasceva magari il dubbio che tutto quello scangia scangia fosse un finto scangia scangia, che non c’era stato nessun errore, che lo scangiamento era stato solamente un alibi, addirittura un vezzo. E allora di che cosa poteva ridere per uno scangio più finto di quelli finti, gente che al contrario nello scangio quotidiano viveva?”
― Il birraio di Preston
― Il birraio di Preston
“La vita è come una treccia, ogni ciocca è importante e ha un significato. La prima è quella del dovere, che abbiamo tutti e che significa obbedienza; la seconda è quella della roba – chi l'ha deve stare attento a non farsela arrubbare e chi non l'ha ha soltanto la fame nelle budella e la vulissi assai – e la terza è quella dell'amore. E se una ha tutte e tre le ciocche belle forti, la treccia è bellissima e vive felice. Ma assai fimmine hanno la prima ciocca bella folta, mentre le altre due sono sottili. Se riescono a intrecciarsi la treccia bella non è, ma tiene, e la vita continua. Se invece la ciocca dell'amore addiventa troppo forte e quella del dovere è debole, la treccia non regge e si disfa: tre devono essere le ciocche, così è”
― La zia marchesa
― La zia marchesa
“Avevo sentito parlare delle iridescenze stupende dell'aurora sul Mare Jonio, quando la si contempla dalla vetta dell'Etna. Stabilii di intraprendere l'ascensione di quella montagna; passammo dalla regione delle vigne a quella della lava, poi della neve. Il fanciullo dalle gambe di danzatore correva su quelle ripide chine; i sapienti che mi accompagnavano salirono a dorso di muli. Sulla cima, era stato costruito un rifugio ove poter attendere l'alba. Questa alfine spuntò: un'immensa sciarpa d'Iride si distese da un orizzonte all'altro; strani fuochi brillarono sui ghiacci della vetta; la vastità terrestre e marina si dischiuse al nostro sguardo sino all'Africa, visibile, e alla Grecia che s'indovinava. Fu uno dei momenti supremi della mia vita.”
― Memoirs of Hadrian
― Memoirs of Hadrian
“Bullshit, la Sicilia non esiste, gli sentiamo dire in tono piuttosto agitato dalla cucina. Io lo so perché ci sono nato. Senza offesa, bro', ma è tutta la sera che dici cazzate.
Cosa succede?, chiedo, portando in tavola il pesce che Pupetta ha preparato per secondo.
Dice Sicilia, e tz, fa tz con la bocca, l'amico americano. E basta, cazzo. Ma non si possono più sentire queste storie sulla specialità di quest'isola di merda. Come se in Sardegna non ci fosse il mare, come se in Irlanda non avessero la campagna, come se in Australia non ci battesse il sole. Tesoro, sono cazzate.
Ha bevuto un po' troppo, cerca di spiegare Pupetta al fidanzato. [...]
No, no, lascialo continuare, dice però John, è interessante, quando i siciliani si arrabbiano è interessante, mi ricordano certi personaggi di Pirandello.
Pirandello fa cacare, dice Gaga. Tomasi di Lampedusa fa cacare.
E Camilleri, anche Camilleri fa cacare?, chiede l'americano.
Camilleri è il male assoluto. Dovrebbero imprigionarlo e rileggerli tutti i romanzi di Montalbano fino a che non implori pietà. Bisognerebbe mettere mano alla pistola ogni volta che qualcuno dice della splendida decadenza de dell'irrimediabilità di questo posto, come fanno Camilleri Pirandello Tomasi. Bisognerebbe appiccare il fuoco, incendiare tutto, la, togliere ogni punto di riferimento agli isolani e al resto del mondo. Bisognerebbe, ecco, bisognerebbe che qualcuno si decidesse a scrivere un piccolo manuale per organizzare una guerra lampo, radere al suolo la Sicilia e resettare la mente di quelli un po' cretini come te. Senza offesa, tesoro, era solo un esempio.”
― Piccola guerra lampo per radere al suolo la Sicilia
Cosa succede?, chiedo, portando in tavola il pesce che Pupetta ha preparato per secondo.
Dice Sicilia, e tz, fa tz con la bocca, l'amico americano. E basta, cazzo. Ma non si possono più sentire queste storie sulla specialità di quest'isola di merda. Come se in Sardegna non ci fosse il mare, come se in Irlanda non avessero la campagna, come se in Australia non ci battesse il sole. Tesoro, sono cazzate.
Ha bevuto un po' troppo, cerca di spiegare Pupetta al fidanzato. [...]
No, no, lascialo continuare, dice però John, è interessante, quando i siciliani si arrabbiano è interessante, mi ricordano certi personaggi di Pirandello.
Pirandello fa cacare, dice Gaga. Tomasi di Lampedusa fa cacare.
E Camilleri, anche Camilleri fa cacare?, chiede l'americano.
Camilleri è il male assoluto. Dovrebbero imprigionarlo e rileggerli tutti i romanzi di Montalbano fino a che non implori pietà. Bisognerebbe mettere mano alla pistola ogni volta che qualcuno dice della splendida decadenza de dell'irrimediabilità di questo posto, come fanno Camilleri Pirandello Tomasi. Bisognerebbe appiccare il fuoco, incendiare tutto, la, togliere ogni punto di riferimento agli isolani e al resto del mondo. Bisognerebbe, ecco, bisognerebbe che qualcuno si decidesse a scrivere un piccolo manuale per organizzare una guerra lampo, radere al suolo la Sicilia e resettare la mente di quelli un po' cretini come te. Senza offesa, tesoro, era solo un esempio.”
― Piccola guerra lampo per radere al suolo la Sicilia
“Mi sembrano tutte molto belle, l'estate, in questi locali vicino al mare con gente che suona e balla e suda, questi locali della provincia dell'impero dove si suona l'elettronica europea e la gente si emoziona, proiettata nel futuro come gli sembra di essere”
― Piccola guerra lampo per radere al suolo la Sicilia
― Piccola guerra lampo per radere al suolo la Sicilia
“Secondo me, ogni volta che si scrive un articolo si racconta la storia di uno di loro, secondo me bisognerebbe fare questa premessa: il pidocchio tal dei tali ha vissuto di merda, ha ingoiato la merda degli altri pidocchi e degli sbirri ogni giorno che il cielo l'ha mandato in terra, ha dormito in posti di merda per scappare alla merda del carcere duro, è finito in cella a spalare merda, ha finito per puzzare di merda e, ah, sì, una volta l'hanno visto guidare una macchina di lusso.
Strappo un sorriso a Mario, che però subito replica: È più complicato di così.
Certo che è più complicato di così, gli rispondo. Non mi sognerei mai di dire che Il padrino ha fatto crescere il numero dei pidocchi, forse quello dei turisti, ma non quello dei pidocchi. Però se la si smettesse di far sembrare i pidocchi sempre dei fichi, forse male non farebbe. Voglio dire, pure i Sopranos, belli, per carità, e di Toni si sente anche un po' il profumo della merda che pesta ogni giorno, però mai una volta una cosa brutale che faccia dire Oh, gran bei coglioni questi, tutta questa vucciria per vivere così di merda.”
― Piccola guerra lampo per radere al suolo la Sicilia
Strappo un sorriso a Mario, che però subito replica: È più complicato di così.
Certo che è più complicato di così, gli rispondo. Non mi sognerei mai di dire che Il padrino ha fatto crescere il numero dei pidocchi, forse quello dei turisti, ma non quello dei pidocchi. Però se la si smettesse di far sembrare i pidocchi sempre dei fichi, forse male non farebbe. Voglio dire, pure i Sopranos, belli, per carità, e di Toni si sente anche un po' il profumo della merda che pesta ogni giorno, però mai una volta una cosa brutale che faccia dire Oh, gran bei coglioni questi, tutta questa vucciria per vivere così di merda.”
― Piccola guerra lampo per radere al suolo la Sicilia
“San Calò è il santo nero arrivato dall'Africa a colonizzare la Sicilia. Come tutti i colonizzatori dell'isola ha avuto vita facile. La Sicilia è stata greca romana e araba, barbarica e bizantina, normanna angioina aragonese borbonica, italiana e quasi americana, e se venisse qualcuno da Marte diventerebbe immediatamente Marziana”
― Piccola guerra lampo per radere al suolo la Sicilia
― Piccola guerra lampo per radere al suolo la Sicilia
“Andè, mi domanda, ma tu dove sei?
Non afferro subito.
Che dici, Totò?
Dove sei?, ripete lui.
Lara mi guarda strano, non la capisce una domanda del genere, non lo sa che da anni, nei paesi della Sicilia, si stanno disegnando nuove geografie dell'Italia e del mondo, che i paesani adesso sono costretti a mandare giù non più - o non solo - i prefissi e i cap di Milano Torino Roma, le città dei primi emigrati, ma anche quelli di Brembate di Sopra, Cittadella, Bolzano, paesi che fino a vent'anni fa nessuno conosceva, e a ragione, e che adesso si sono trasformati negli eldorado dei nuovi migranti.
E a chi sta fuori la domanda va fatta, l'interlocutore può sempre avere notizie di prima mano su una qualche zona della Bassa padana dove le graduatorie dei bidelli sono ancora accessibili, non come a Milano Torino Roma, o magari sa qual è la situazione nei provveditorati trentini nelle fabbriche venete nei supermercati friulani.”
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Non afferro subito.
Che dici, Totò?
Dove sei?, ripete lui.
Lara mi guarda strano, non la capisce una domanda del genere, non lo sa che da anni, nei paesi della Sicilia, si stanno disegnando nuove geografie dell'Italia e del mondo, che i paesani adesso sono costretti a mandare giù non più - o non solo - i prefissi e i cap di Milano Torino Roma, le città dei primi emigrati, ma anche quelli di Brembate di Sopra, Cittadella, Bolzano, paesi che fino a vent'anni fa nessuno conosceva, e a ragione, e che adesso si sono trasformati negli eldorado dei nuovi migranti.
E a chi sta fuori la domanda va fatta, l'interlocutore può sempre avere notizie di prima mano su una qualche zona della Bassa padana dove le graduatorie dei bidelli sono ancora accessibili, non come a Milano Torino Roma, o magari sa qual è la situazione nei provveditorati trentini nelle fabbriche venete nei supermercati friulani.”
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“In Sicilia l'unica cosa seria è la ristorazione, le dico, alzandomi. E anche quella è un bluff. Il novanta per cento è roba fritta, panelle arancine cazzilli, ci piace vincere facile.”
― Piccola guerra lampo per radere al suolo la Sicilia
― Piccola guerra lampo per radere al suolo la Sicilia
“Andiamo, dice, non rovinare tutto, non sopporto i siciliani che si lamentano dei siciliani.
Hai ragione, le dico, è il nostro sport preferito. Peggio c'è solo una cosa.
Cosa?, chiede lei, iniziando a risalire il curvone che ci riporta alla strada di terra battuta dove abbiamo lasciato l'auto.
I siciliani che non si lamentano dei siciliani.”
― Piccola guerra lampo per radere al suolo la Sicilia
Hai ragione, le dico, è il nostro sport preferito. Peggio c'è solo una cosa.
Cosa?, chiede lei, iniziando a risalire il curvone che ci riporta alla strada di terra battuta dove abbiamo lasciato l'auto.
I siciliani che non si lamentano dei siciliani.”
― Piccola guerra lampo per radere al suolo la Sicilia
“Il punto è che tutti sembrano ossessionati, snorfo, bisogna salvare la Sicilia, bisogna lottare, bisogna riscattarla. Ma che minchia è, questa, la terra degli assistenti sociali?, dice. Tutti a occuparsi della salvezza altrui, tutti con l'idea esatta per farlo, nessuno che si preoccupi di salvare se stesso.”
― Piccola guerra lampo per radere al suolo la Sicilia
― Piccola guerra lampo per radere al suolo la Sicilia
“Oh, andiamo, sempre a prendervi sul serio. È incredibile quante storie fate su quest'isola. Se uno vi dice che è bella voi dite che è brutta, se uno dice che è brutta voi dite che è bella. Starci una settimana o un mese come fanno quelle come me non dà il diritto a esprimere opinioni, secondo voi. Se uno riconosce che ci sono dei problemi voi dite che chi viene da fuori, per carità, non si deve nemmeno permetter di venirveli a spiegare, questi problemi. E non sia mai di prendervi in giro: subito gridate al luogo comune, alla superficialità, persino a un certo danno alla vostra immagine. Ma andiamo, non è che dietro tutte queste manfrine c'è solo il fatto che siete tremendamente permalosi?
Be', insomma, balbetto, non è proprio così.”
― Piccola guerra lampo per radere al suolo la Sicilia
Be', insomma, balbetto, non è proprio così.”
― Piccola guerra lampo per radere al suolo la Sicilia
“Con la Sicilia i miei rapporti sono di qualità schizofrenica. E tuttavia, più mi sforzo di sbucciarmi di dosso la pelle indigena e di promuovermi "totus europeus", più tendo a raccogliermi e ricucirmi dentro la mia terra e la mia civiltà.
Intervista di Leonardo Sciascia 1981”
― Diceria dell'untore
Intervista di Leonardo Sciascia 1981”
― Diceria dell'untore
“The precept of Italian cooking is that the ingredient must always be respected and appreciated in its own right.
Respect for ingredients is common to most Mediterranean cooking. It is also ancient, as can be seen by reading the Sicilian cookery writer Archestratus, who lived in the fourth century BC, when Sicily was part of the Greek empire. He writes: ‘Sauces of cheese or pickled herbs are added to inferior fish, but in general this cooking is not based on sauces, the preference being for the addition of oil and light herbs to the fish juices. Meats are prepared with equal simplicity. Ingredients are cooked with few flavourings.’ Such flavouring as there is comes from the beginning of the cooking, often in the form of a battuto or a soffritto, which together form the point of departure of most dishes. Many dishes from these northern regions are ‘slow food’, cooked at length to suit the long cold evenings by the fire.”
― The Classic Food of Northern Italy
Respect for ingredients is common to most Mediterranean cooking. It is also ancient, as can be seen by reading the Sicilian cookery writer Archestratus, who lived in the fourth century BC, when Sicily was part of the Greek empire. He writes: ‘Sauces of cheese or pickled herbs are added to inferior fish, but in general this cooking is not based on sauces, the preference being for the addition of oil and light herbs to the fish juices. Meats are prepared with equal simplicity. Ingredients are cooked with few flavourings.’ Such flavouring as there is comes from the beginning of the cooking, often in the form of a battuto or a soffritto, which together form the point of departure of most dishes. Many dishes from these northern regions are ‘slow food’, cooked at length to suit the long cold evenings by the fire.”
― The Classic Food of Northern Italy
“C'è un determinato momento della nostra tragedia meridionale, al fondo di tutte le cose, in cui troviamo l'origine di tutto, e cioè la nostra stessa incapacità a vivere come società.”
― Processo alla Sicilia
― Processo alla Sicilia
“E me ne sono andato via dalla nostra Sicilia facendomi una convinzione: l'unica cosa che si può fare è la villeggiatura, dopo di che niente. Niente di niente.”
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“In fondo al dramma del Sud c'è questa nostra solitudine umana: ognuno di noi è debole poiché è solo; ed è solo poiché rifiuta di avere fiducia o speranza negli altri, poiché è orgogliosamente convinto di poterne fare a meno.”
― Processo alla Sicilia
― Processo alla Sicilia
“Non c'è in tutta l'Europa un popolo così orgoglioso e infelice come quello siciliano, che faccia tanto male a se stesso, ma non c'è nemmeno un popolo che abbia tanta devozione alla sua terra, e che abbia altrettanto coraggio di lottare per l'esistenza, e tanta violenza, tanto amore per la vita.”
― Processo alla Sicilia
― Processo alla Sicilia
“c'avissi a cadiriri 'a lingua a quelli che dicono la parola "diverso!" esclamò Maria. "Tutti uguali siamo, ricordatelo, a anessuno capita quello non è già capitato agli altri, non c'è mai niente di nuovo a questo mondo vecchio assai, ma i cristiani non lo capiscono.”
― La zia marchesa
― La zia marchesa
“Si può chiamare anche zito, ma uno zito particolare, che marito non ci diventa mai. Non è cosa per tutti, ma a noi due basta e avanza così com'è: un tipo di innamurato che dà cuntintizza ed è questo che importa, la cuntintizza.”
― La zia marchesa
― La zia marchesa
“Il tempo stava cambiando. Nuvoloni grigi spuntavano minacciosi dietro la cerchia dei monti alle spalle della città; lì il cielo era livido. Una grossa nuvola coprì il sole e la terrazza si oscurò all'improvviso. Il barone sollevò gli occhi malati e li puntò su Monte Pellegrino. Lo vedeva sfocato in lontananza, stagliato contro il cielo: ma il monte aveva già cambiato colore. Nuove sfumature - blu, viola - lo rendevano austero e minaccioso. Quella montagna dalle proporzioni perfette e dalla solida bellezza era il guardiano del golfo: una mitica fiera accovacciata e immersa a metà nel mare - groppa e gambe emergevano nelle loro forme angolose -, ma pronta a trarsi dal sonno e a drizzarsi contro chi osasse avvicinarsi alla città. Domenico Safamita amava Palermo d'una passione quasi fisica. "Si distruggono monasteri, palazzi, si sventrano quartieri. Non importa che manchi l'acqua, che le fognature siano rudimentali o inesistenti, che il popolino viva in tuguri e muoia di fame e malattie: i palermitani vogliono un nuovo grandioso teatro lirico. Sempre più bella e più abietta, mai come ora Palermo si rivela magnifica e compiaciuta di aver mantenuto la sua identità di città superlativamente cortigiana. A Palermo anche le pietre sudano sensualità." Sulla sinistra la nuova strada, larghissima, finiva a mare.
Lì sembrava essere calata la notte e l'acqua era cosparsa di puntini luccicanti: le prime lampare dei pescatori. La nuvola scivolò dal sole e tutto ritornò come prima: il mare era una macchia scura senza bagliori, Monte Pellegrino, appena rosato, si stagliava netto e benigno.”
― La zia marchesa
Lì sembrava essere calata la notte e l'acqua era cosparsa di puntini luccicanti: le prime lampare dei pescatori. La nuvola scivolò dal sole e tutto ritornò come prima: il mare era una macchia scura senza bagliori, Monte Pellegrino, appena rosato, si stagliava netto e benigno.”
― La zia marchesa
“La Sicilia è un mondo a sé che nessuno pensa di dover scoprire perché tutti credono di avere già scoperto.”
― Il capitano catanese
― Il capitano catanese
“Su piazza Giachery batte il sole, quel pomeriggio. È giugno inoltrato, ed è da aprile che non piove. Lo scirocco è stato impietoso sulla città sin dall’inizio del mese, portando solo sabbia, rossa e densa e irrespirabile, mai una nuvola carica d’acqua per dare sollievo alla terra. Nonostante il vento oggi si sia calmato, il cielo è di quel colore malato, quel giallo itterico e opaco che lo scirocco porta con sé. Manfredi lo fissa quasi sbigottito, ovviamente la sua prima notte di nuovo al mondo deve per forza essere una serata del cazzo, di quelle in cui non è mai davvero notte, perché il rossore dell’aria rende l’atmosfera viola e cupa e si riesce a malapena a respirare, masticando sabbia fra i denti a ogni boccata.”
― Vento di Scirocco
― Vento di Scirocco
“A sua madre piaceva quella foto, probabilmente è per questo che papà la tiene incorniciata così in bella vista. I tempi in cui erano una famiglia, e c’era lei a tenerli insieme. Cerca di non fissarla, mentre apparecchia la tavola, altrimenti sentirebbe la felicità di quell’immagine ritorcerglisi contro. È colpa tua d’altra parte se non esiste più. Guarda cosa hai fatto a questa famiglia, Manfredi. Quasi si aspetta che sua sorella un giorno trovi le palle per dirglielo in faccia.”
― Vento di Scirocco
― Vento di Scirocco
“Avevano deciso di vedersi direttamente davanti Di Martino 3. “Tre” perché il locale, storico ritrovo palermitano della periferia triste dell’era del sacco della città, era stato incendiato e ricostruito tre volte, fino ad adesso. Le motivazioni intuibili. Il posto, in questa sua terza versione anni duemiladieci, non era altro che un locale ampio, mal illuminato, con una cucina al coperto e tanti tavolini con la tovaglia di carta sotto un gazebo di plastica, riparo per la pioggia e per il sole, a seconda della stagione. Nonostante l’aspetto sempre più trasandato, quello di come se i proprietari si fossero ormai rotti i coglioni di mettere dell’impegno in una cosa che tanto fra un po’ verrà distrutta, il cibo da Di Martino è sempre una garanzia, sin dalla prima apertura. Panini giganteschi, grondanti ogni ben di Dio, frittura asciutta e sporca, come ogni palermitano la gradisce. Proprio quello di cui ha voglia, tanto non gli fa male mettere un po’ di carne sulle ossa.”
― Vento di Scirocco
― Vento di Scirocco
“No hay ninguna mujer siciliana de cualquier clase social, aristócrata o plebeya, que, cumplidos los cincuenta, no se espere siempre lo peor. ¿Qué tipo de peor? Cualquiera, pero siempre lo peor.”
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“Come tutti i siciliani «buoni», come tutti i siciliani migliori, Majorana non era portato a far gruppo, a stabilire solidarietà e a stabilirvisi (sono i siciliani peggiori quelli che hanno il genio del gruppo, della «cosca»).”
― La scomparsa di Majorana
― La scomparsa di Majorana
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