Mauro Anelli's Blog: Viaggio nella Narrativa - Posts Tagged "coscienza-critica"

Il triangolo virtuoso lettori-autori-editori

Il triangolo virtuoso lettori-autori-editori

Buongiorno a tutti! Rieccoci.

Nell’intervento di oggi, torno a parlare delle figure che compongono il triangolo virtuoso della narrativa, vale a dire lettori, autori ed editori, coloro che i libri li leggono, li scrivono e li fanno.

Ho già scritto in un intervento precedente (se ve lo siete perso, cliccate qui) che negli ultimi decenni in Italia il mercato del libro si è evoluto in direzione opposta a quella del triangolo virtuoso, con un'importanza crescente della promozione e della distribuzione che sono arrivate a pesare sul cartaceo fino al 65% del prezzo di copertina di un libro. Tolti i costi di produzione, che nell’insieme sommano un altro 20%, del prezzo pagato di un libro dai lettori solo le briciole restano in mano ad autori ed editori. O meglio: agli autori normali, non di particolare successo, e agli editori medio-piccoli. Perché gli autori affermati e i grandi editori (che in certi casi controllano i distributori e possiedono proprie librerie di catena) non hanno di questi problemi. I margini, per loro, sono ben più alti.

Il risultato di questa situazione è una progressiva asfissia della piccola editoria indipendente di cultura, quella non omologata, che combatte ogni giorno per sopravvivere e che si sforza di continuo di scoprire nuovi autori originali e opere di qualità, rispetto all’offerta prevalente, che ha un carattere prettamente commerciale.

Ma non solo questo, purtroppo. La dittatura delle mode e del mercato, la rincorsa della vendita e del successo a ogni costo a discapito della qualità, ha innescato negli anni un circolo vizioso all’interno dello stesso triangolo, ormai non più virtuoso, per cui gli stessi lettori, autori ed editori, attraverso alcuni loro comportamenti, continuano progressivamente a cedere pezzi della propria libertà nella narrativa. Gli autori sacrificano fantasia e originalità per compiacere gli editori, i lettori e il mercato nella speranza di chissà quali successi. I lettori si adeguano senza spirito critico alle mode e alla mediocrità delle proposte. Gli editori pubblicano principalmente allo scopo di vendere,

Come si fa a invertire questa deriva? Che cosa dovrebbero fare gli attori del triangolo virtuoso per riprendersi il centro della scena? Come dovrebbero essere un lettore, un autore e un editore davvero liberi?

Partiamo dagli autori, che i libri li scrivono.

Quando ci arriva in redazione un manoscritto di un autore davvero libero, per noi di Nuova Narrativa Italiana è una festa, un evento speciale. Perché un autore libero scrive senza secondi fini, in totale gratuità. Non si cura delle mode, di compiacere i lettori, delle comparsate televisive, di far parlare di sé. Scrive per il solo gusto di inventare, di esprimersi, di comunicare ed emozionare. E quando leggi un libro di un autore davvero libero, te ne accorgi subito, perché la differenza in termini di originalità e fantasia è abissale rispetto alla solita fuffa commerciale omologata.

Un autore davvero libero non scimmiotta nessuno, perché non ne ha bisogno: gli basta essere se stesso. Non infarcisce le sue opere dei meccanismi del torbido (se vi siete persi l'articolo sul “torbido”, cliccate qui), perché non scrive per vendere. È aperto alle critiche e al dialogo con il suo editore, perché sa che qualsiasi opera è sempre migliorabile. È forte e umile al tempo stesso: non si monta la testa per un successo e non è geloso delle sue opere. Perché è libero anche da se stesso, dal proprio ego.

Ma gli autori davvero liberi, oggi, sono una vera rarità. Perché la maggior parte degli autori di narrativa scrive storie già viste e allineate al gusto comune, piene di banalità, stereotipi, mediocrità, provincialismi e trucchi atti a emozionare facilmente, al solo scopo di compiacere, di farsi conoscere e di vendere. E, curiosamente, più la loro opera è mediocre, più ne sono fieri e gelosi, recalcitranti alle modifiche e refrattari a critiche e consigli, prigionieri del proprio ego.

E gli editori? Come dovrebbe essere un editore libero? Un editore davvero libero dovrebbe essere uno specchio per i suoi autori e un filtro per i suoi lettori.

Uno specchio per mostrare agli autori la loro vera faccia e la reale natura delle loro opere, entrando a fondo nei testi, evidenziandone pregi e difetti, e avendo il coraggio di proporre modifiche anche importanti. Un editore deve essere la coscienza critica che troppo spesso manca agli autori.

Un filtro per cestinare le opere mediocri e pubblicare solo quelle davvero meritevoli, rifiutandosi di compiacere a tutti i costi i lettori, di rincorrere le mode del momento, perché non è vero che i lettori hanno sempre ragione. Un po’ alla volta, un editore davvero libero, dovrebbe sforzarsi di innalzare la qualità delle proprie pubblicazioni, insieme al gusto e alle aspettative dei propri lettori.

Un editore davvero libero non mira ai best seller, a fare “botti” di vendite spacciando per capolavori opere mediocri: mira, se proprio, ai long seller, a pubblicare quei libri davvero validi che per la loro oggettiva qualità vendono un po’ alla volta e con continuità nel tempo.

Ma gli editori davvero liberi, oggi, sono pochi. E sono al contrario tanti gli editori che in questi anni, pur di sopravvivere e guadagnare, sono scesi ai più biechi compromessi con i dettami del mercato e con la propria coscienza, al punto da operare al contrario: incoraggiare e pubblicare (spesso a pagamento) opere mediocri, senza revisione né editing, così come arrivano da parte degli autori, infarcite di tutto il torbido che serve a vendere e a compiacere i gusti più primitivi di lettori ormai assuefatti al peggio.

Già, i lettori. Che dire allora dei lettori? Come dovrebbe essere un lettore davvero libero?

Prima di tutto, una doverosa premessa. In un paese di individualisti, opportunisti e falsi moralisti come è purtroppo l’Italia, interessato solo ai motori, ai cellulari e al pallone, ai lettori si dovrebbe dare una medaglia, improvvisati o forti che siano e qualsiasi cosa leggano, solo per il fatto che leggono.

Sono i lettori che tengono ancora accesa la fiammella della narrativa in Italia, non certo gli autori e gli editori nostrani, che in questi decenni ne hanno combinate di ogni, con le fanfare dei loro marketing, spacciando per capolavori opere e orizzonti da bassoventre.

Ma certo anche i lettori hanno la loro parte di responsabilità, in particolare nel fidarsi troppo della propaganda e poco della propria testa, dell’apparenza in luogo della sostanza, e nel confondere la qualità col gusto personale.

Un lettore davvero libero dovrebbe invece di continuo sperimentare e confrontare, leggere diversi generi e autori, ignorare le classifiche di vendita dei libri e i soliti nomi, per divertirsi di persona a scovare di costa, negli scaffali delle librerie, quegli autori, quegli editori e quelle storie davvero originali e meritevoli di attenzione. Un lettore davvero libero dovrebbe avere una coscienza critica in continuo movimento ed esercizio.

Bene, amici; per oggi mi fermo qui. La prossima settimana, domenica 27 ottobre, a beneficio dei lettori che vogliono essere davvero liberi, darò una sorta di decalogo, delle linee guida per scegliere con oculatezza e soddisfazione i libri di narrativa che meritano davvero la nostra lettura, evitando di sprecare tempo e denaro in brutti libri.

Ma per ora vi ringrazio di avermi letto. Un abbraccio e un saluto a tutti!

Mauro Anelli.

Pillola del giorno, dedicata agli editori senza scrupoli, che fanno a gara nel pubblicare il peggio:

“C’eravamo imbattuti in qualcuno peggiore di noi, che si meritava pertanto il nostro rispetto”.
(Mauro Anelli, Gli efferati, Nuova Narrativa Italiana)

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Come scegliere un libro di narrativa

Come scegliere un libro di narrativa

Ciao a tutti! Rieccoci a parlare insieme di narrativa.

Come ho promesso la settimana scorsa, cercherò in questo intervento di dare una sorta di decalogo, delle linee guida destinate ai lettori, e in particolare ai lettori forti, per la scelta dei libri di narrativa tra le migliaia di proposte che ogni mese invadono le librerie e i megastore on line.

Premetto che si tratta di consigli generali, maturati attraverso la mia esperienza di lettore forte e di editore, che vanno però personalizzati da ciascuno in funzione dei propri gusti. Perché, specie se si dispone di un budget limitato da destinare alla lettura, avere un minimo di criterio nelle scelte ci aiuta a leggere libri davvero validi e a evitare di sprecare tempo e soldi in brutti libri.

Vediamo perciò quali sono gli errori più comuni da evitare e le prassi migliori da seguire per scegliere con oculatezza e soddisfazione i libri che meritano davvero la nostra lettura.

1) Non acquistare mai un libro di narrativa basandosi solo sul suo confezionamento, vale a dire in base al supporto (cartaceo o elettronico), al titolo, alla copertina, alla rilegatura, ecc.. Ne ho già parlato in un intervento precedente (se ve lo siete perso, cliccate qui), ma lo ribadisco. L’essenza di un’opera di narrativa è il pensiero e il contenuto che vi stanno dentro e che dentro vi metterete leggendola. Al contrario, il confezionamento dei libri è insieme alla pubblicità il mezzo attraverso il quale i marketing delle case editrici tendono a piazzare opere molto spesso mediocri. Più una copertina vi intriga e più un titolo vi suona accattivante, più è probabile che nascondano una fregatura.

2) Non acquistare mai un best seller, e, se proprio, leggerlo almeno un anno dopo la sua uscita. I best seller, come dice il termine stesso, sono libri prettamente commerciali, quasi sempre scritti e pubblicati solo per vendere, che nella stragrande maggioranza dei casi devono il loro successo non alla qualità della narrativa, ma allo sfruttamento di nostre umane debolezze, ai meccanismi del “torbido” di cui ho parlato in un mio intervento precedente (se ve lo siete perso, cliccate qui). Se vi volete bene, statene alla larga. Ma mi rendo conto che non è facile: tutti intorno a voi ne parlano, come fate a non leggerli? La cosa migliore è prenotarli in una biblioteca, così non buttate i vostri soldi, non contribuite alla diffusione di brutti libri, e li leggete con maggiore obiettività e senso critico quando l’onda emozionale e pubblicitaria si è finalmente placata.

3) Non fissarsi su un solo genere e sulle opere di uno stesso autore, ma, al contrario, cercare di spaziare su più generi e autori senza preconcetti, di ampliare orizzonti e senso critico, perché la narrativa è prima di tutto invenzione e fantasia. Lo dico soprattutto a beneficio di quei lettori, e sono tanti, che si fanno quasi un vanto del leggere tutte le opere di un particolare autore, e così, se gli va bene, leggono un capolavoro e venti o più opere mediocri. E ci sono autori ed editori che su questo hanno costruito intere fortune.

4) Leggere, di un autore, solo i capolavori di quell’autore. Questa sembrerebbe una banalità, ma non lo è, e la spiego meglio con un esempio tratto dalle arti visive. Quali sono i capolavori di Renoir? Lo sanno tutti: il Ballo al Moulin de la Galette e La colazione dei canottieri. Perché sono dei capolavori? Perché, se fossero battuti all’asta, raggiungerebbero cifre iperboliche rispetto ad altri quadri dello stesso artista? La risposta è questa: perché in questi due quadri sono riassunte e sviluppate al meglio tutte le tematiche più importanti e caratteristiche di Renoir, sono come dei manifesti della sua arte. Tornando alla narrativa, funziona allo stesso modo. C’è chi sostiene che un autore, in realtà, scriva sempre lo stesso libro, perché i temi che un autore tende a trattare, che gli sono cari, sono quasi sempre gli stessi. È vero, ma non è lo stesso il risultato. I capolavori di un autore di narrativa, le sue opere migliori, sono quelli in cui un autore ha espresso al meglio i temi di cui tratta, e sono questi i libri da leggere. Certo, per i classici sapere quali sono di un autore i capolavori è più facile, perché la selezione l’ha già fatta per noi il tempo. Ma per i contemporanei non è poi così difficile: di solito bastano un paio d’anni se non addirittura pochi mesi, e dei libri che non meritano non se ne sente più parlare, o se ne parla infinitamente di meno che ai tempi della loro prima uscita. A poco a poco vengono dimenticati.

5) Allenare il senso critico e non confondere la qualità narrativa con ciò che ci piace. Ciò che ci piace, purtroppo, sempre più spesso, è frutto di condizionamenti esterni, del senso comune e delle mode. Ma al di là di questo è importante allenarsi a valutare la qualità oggettiva di ciò che si è letto, per evitare di incorrere in fregature in serie, cioè di leggere continuamente brutti libri senza neppure accorgersene. Il metodo per fare questo l’ho già descritto in uno dei miei post precedenti, quello sul “torbido” infilato apposta nei libri da certi autori e certi editori per aumentare le vendite. Se ve lo siete perso, cliccate qui.

6) Non assumere il marchio di un grande editore come garanzia di qualità a priori. Questo, in Italia, ha fatto la fortuna dei grandi marchi editoriali, mortificando le piccole case editrici. Ma il mestiere di editore, come si faceva una volta, che privilegiava la passione e la qualità, oggi quasi non esiste più, specie per chi deve far quadrare grossi bilanci: per i grandi gruppi editoriali oggi contano soprattutto i dati di vendita. Perciò, non comprate a priori un libro perché è pubblicato da un grande editore; e comunque, se lo fate, tenete sempre alta la vostra coscienza critica, e se vi frega vendendovi delle mediocrità, sperimentate altro.

7) Mettere alla prova le piccole case editrici che non pubblicano a pagamento. Sono le poche case editrici che pubblicano ancora per passione e pochi libri all’anno, spesso curati in modo maniacale. Faticate a trovarle il libreria, perché per i distributori sono solo una seccatura, e a volte pubblicano solo e-book. Ma sono le sole che continuano a prediligere la qualità, che fanno di continuo scouting sugli autori, che propongono esordienti veraci e originali, non omologati alle mode e al mercato. Date loro una possibilità; se poi vi fregano, le dimenticate. Ma difficilmente vi fregheranno.

8) Non acquistare libri di narrativa pubblicati in self-publishing. Si tratta, per lo più, delle opere prime di autori disperati o smodatamente ambiziosi, che non hanno trovato un editore disposto a pubblicarli. Queste opere non passano prima quasi mai attraverso il filtro di un editing professionale, e contengono ingenuità, mediocrità e situazioni autoreferenziali tipiche di autori che non hanno avuto la possibilità di confrontarsi con una controparte obiettiva e competente. Sono quasi sempre soldi e tempo buttati.

9) Informarsi sui libri da più fonti, ma diffidare delle recensioni compiacenti. Nell’era di Internet, non è poi così difficile documentarsi. Ma, al solito, là dove trionfano le vendite e i toni trionfalistici, dai quali non sono immuni anche i social, è bene fare attenzione. Ci sono falsi lettori e critici ricompensati in vario modo per le loro recensioni. Ma non c’è niente di meglio che affidarsi alla nostra testa in piena autonomia per scegliere un libro: magari sbaglieremo, all’inizio; ma, almeno, non come sbagliano tutti.

10) Piantiamola con l’esterofilia! Gli autori italiani scrivono bene quanto quelli stranieri, e hanno il vantaggio di esprimersi direttamente nella nostra lingua. Certo, scoprirli costa tempo e fatica, per questo li trovate poco nelle librerie, a parte i soliti noti, spesso personaggi televisivi, perché i grandi gruppi editoriali tendono ad andare sul sicuro, pubblicando stranieri già di successo altrove: tanto le traduzioni le paghiamo noi lettori sul prezzo di copertina. Il pregiudizio sugli autori italiani deve finire.

Bene, per ora mi fermo qui, e mi auguro, con questo primo ciclo di articoli sul mio blog, di essere stato di aiuto ai tanti lettori che non ne possono ormai più della solita minestra riscaldata, ma vorrebbero finalmente leggere storie originali, emozionanti e diverse, in grado di farli nuovamente sognare, lontane dai soliti cliché. E d'aiuto anche agli autori e agli editori italiani perché tornino a scrivere e a pubblicare queste storie, privilegiando di più i contenuti delle vendite.

Grazie come sempre per avermi letto e a presto. Un abbraccio e un saluto a tutti!

Mauro Anelli.

Pillola del giorno, sugli autori validi e di qualità, che i lettori pigri faticano a scoprire:

“Pensò alla possibilità di un mondo nascosto parallelo, alla presenza di cose ed entità che non ci è dato vedere e percepire, accessibili solo ad altri sensi o a particolari condizioni”.
(Enrico Rolli, Musica sull’acqua, Nuova Narrativa Italiana)

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Viaggio nella Narrativa

Mauro Anelli

Il blog di un autore, editore e lettore forte, libero e indipendente, dove troverete trattati senza remore né censure argomenti del tutto fuori dal coro del mercato italiano della narrativa, quali:

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