Sofia Domino's Blog - Posts Tagged "domino"
DOMANI USCIRA' IL MIO ROMANZO - GIORNATA DELLA MEMORIA
Domani sarà una giornata molto importante.
Come sappiamo, sarà La Giornata della Memoria, un altro modo per non dimenticare le vittime del nazismo, gli innocenti che sono stati internati nei campi di concentramento e tutti coloro che, durante la Seconda Guerra Mondiale, si sono sacrificati per gli altri.
Sono molto contenta di ricordare il nostro passato, affinché tali atrocità non siano più ripetute, anche grazie all'uscita del mio romanzo "Quando dal cielo cadevano le stelle", che sarà disponibile da domani.
Domani posterò maggiori informazioni sul mio romanzo e sul link di acquisto.
Nel frattempo vi aspetto numerosi sul mio blog, dove troverete maggiori informazioni.
Un saluto!
http://sofiadominolibri.blogspot.it
Come sappiamo, sarà La Giornata della Memoria, un altro modo per non dimenticare le vittime del nazismo, gli innocenti che sono stati internati nei campi di concentramento e tutti coloro che, durante la Seconda Guerra Mondiale, si sono sacrificati per gli altri.
Sono molto contenta di ricordare il nostro passato, affinché tali atrocità non siano più ripetute, anche grazie all'uscita del mio romanzo "Quando dal cielo cadevano le stelle", che sarà disponibile da domani.
Domani posterò maggiori informazioni sul mio romanzo e sul link di acquisto.
Nel frattempo vi aspetto numerosi sul mio blog, dove troverete maggiori informazioni.
Un saluto!
http://sofiadominolibri.blogspot.it
LINK D'ACQUISTO "QUANDO DAL CIELO CADEVANO LE STELLE"
Il mio romanzo è disponibile su Lulu in formato digitale a 1.99€.
LINK:
http://www.lulu.com/shop/sofia-domino...
Per non dimenticare.
Sofia
LINK:
http://www.lulu.com/shop/sofia-domino...
Per non dimenticare.
Sofia
PRIMA RECENSIONE PER "QUANDO DAL CIELO CADEVANO LE STELLE".
E' firmata Enrico Cardillo la prima recensione del mio romanzo, uscita oggi sul blog "Recensioni libri e tv".
Questo è il link:
http://recensioni-libri-tv.blogspot.i...
Questa è la trascrizione:
Si tratta di un testo scritto da un'autrice indipendente che è acquistabile a 1,99 euro.
Siamo sempre sul tema della Shoah, come spesso ultimamente nel mio Blog. E il testo non è un saggio, ma un romanzo. Un romanzo molto triste e commovente, ma anche molto bello!
E' sostanzialmente diviso in due parti.
La prima tratta della storia di una ragazza italiana ebrea di 13 anni, Lia, che deve cercare di sopravvivere alle leggi razziali italiane e che, come molti a quei tempi, è costretta a rifugiarsi nelle cantine di qualche anima coraggiosa e pia.
La seconda parla sempre di Lia, ma è ambientata ad Auschwitz, e poi in altri campi di concentramento.
Ho diviso le due parti non solo perché cambia l'ambientazione.
Ma anche perché cambia lo stile di scrittura: più dialogata la prima parte, più descrittiva e concentrata sui pensieri della protagonista, la seconda (che a me è piaciuta molto di più).
E anche perché cambia l'atteggiamento della stessa protagonista.
Molto passivo nella prima parte. Decisamente attivo e combattivo nella seconda. Nella sua esperienza di "rifugiata" è ancora una bambina, protetta (per quanto possibile) dai genitori e dalla famiglia. In quella di deportata è lei a farsi artefice della propria vita, cercando di resistere e di sorreggere chi ha intorno.
Nella terribile esperienza del lager, la ragazza è costretta a vedere scomparire man mano tutto il suo mondo, i suoi amori, i fondamentali della sua vita. E tutto è descritto con precisione e passione, in quell'atmosfera triste e commovente, del resto inevitabile dato l'argomento.
Ma nel cuore di Lia rimane vivo il senso di sé, la coscienza che la vita non è finita, che gli uccellini cantano ancora, che nel cielo le stelle brillano ancora.
I nazisti vogliono portarle via tutto, l'umanità, la vita interiore.
E in parte ci riescono. Ma solo in parte. In lei rimane sempre un barlume, una minuscola ma intensa sensazione del fatto che il mondo non è solo quello e che non sarà per sempre quello.
Gli eventi storici si alternano a quelli della storia dei personaggi. E il testo è arricchito da note.
Mi è sembrato inoltre ben documentato.
Lo consiglio certamente.
Questo è il link:
http://recensioni-libri-tv.blogspot.i...
Questa è la trascrizione:
Si tratta di un testo scritto da un'autrice indipendente che è acquistabile a 1,99 euro.
Siamo sempre sul tema della Shoah, come spesso ultimamente nel mio Blog. E il testo non è un saggio, ma un romanzo. Un romanzo molto triste e commovente, ma anche molto bello!
E' sostanzialmente diviso in due parti.
La prima tratta della storia di una ragazza italiana ebrea di 13 anni, Lia, che deve cercare di sopravvivere alle leggi razziali italiane e che, come molti a quei tempi, è costretta a rifugiarsi nelle cantine di qualche anima coraggiosa e pia.
La seconda parla sempre di Lia, ma è ambientata ad Auschwitz, e poi in altri campi di concentramento.
Ho diviso le due parti non solo perché cambia l'ambientazione.
Ma anche perché cambia lo stile di scrittura: più dialogata la prima parte, più descrittiva e concentrata sui pensieri della protagonista, la seconda (che a me è piaciuta molto di più).
E anche perché cambia l'atteggiamento della stessa protagonista.
Molto passivo nella prima parte. Decisamente attivo e combattivo nella seconda. Nella sua esperienza di "rifugiata" è ancora una bambina, protetta (per quanto possibile) dai genitori e dalla famiglia. In quella di deportata è lei a farsi artefice della propria vita, cercando di resistere e di sorreggere chi ha intorno.
Nella terribile esperienza del lager, la ragazza è costretta a vedere scomparire man mano tutto il suo mondo, i suoi amori, i fondamentali della sua vita. E tutto è descritto con precisione e passione, in quell'atmosfera triste e commovente, del resto inevitabile dato l'argomento.
Ma nel cuore di Lia rimane vivo il senso di sé, la coscienza che la vita non è finita, che gli uccellini cantano ancora, che nel cielo le stelle brillano ancora.
I nazisti vogliono portarle via tutto, l'umanità, la vita interiore.
E in parte ci riescono. Ma solo in parte. In lei rimane sempre un barlume, una minuscola ma intensa sensazione del fatto che il mondo non è solo quello e che non sarà per sempre quello.
Gli eventi storici si alternano a quelli della storia dei personaggi. E il testo è arricchito da note.
Mi è sembrato inoltre ben documentato.
Lo consiglio certamente.
"QUANDO DAL CIELO CADEVANO LE STELLE" - NUOVA RECENSIONE!
E' firmata Aquila Reale la nuova recensione del mio romanzo, uscita sul blog "Penna d'oro"!
LINK ALLA RECENSIONE;
http://pennadoro.blogspot.it/2014/03/...
VOTO: 4 stelline e mezzo.
RECENSIONE:
Lia è una ragazzina ebrea, ha 13 anni ed è costretta a vivere in una buia cantina per sfuggire ai fascisti. La famiglia Urovitz è composta da papà Daniele, da mamma Giuditta, da nonna Myriam, da Lia e dai suoi fratelli Chalom e Tommaso. Sono Ebrei, devono nascondersi, devono diventare invisibili agli occhi dei loro persecutori. Così, una buia cantina diventa il loro nascondiglio. Sono aiutati dai coniugi Parisi e da altri amici di buona volontà. Nel rifugio le giornate trascorrono lente e si vive nella continua paura di esser scoperti. L’angoscia di ciò che potrebbe accadere rende tutti nervosi, demotivati tranne Myriam e Lia. La nonna mi è subito piaciuta perché mostra la saggezza tipica delle persone che hanno fatto tesoro della loro esistenza. Dispensa consigli, cerca di mitigare le situazioni in cui si creano contrasti tra i ragazzi e i loro genitori, spera nella fine della guerra per tornare finalmente a vivere in pace. Lia cerca di dare una parvenza di normalità alle sue giornate: studia, aiuta la mamma nei lavori domestici e nella preparazione dei miseri pranzi e delle, ancor più misere, cene. Ma, questa ragazzina ama la vita, guarda con occhi sognanti quella botola che la divide e la protegge dalla dura realtà e sogna. Sogna il futuro, vorrebbe diventare un medico per aiutare le persone e viaggiare, anela a esser parte attiva di quella stessa società che oggi la disprezza e la considera “un pericolo da eliminare”. La situazione precipita quando i rastrellamenti si fanno più serrati. Lia e i suoi cari iniziano un pellegrinaggio che li porterà in vari nascondigli e saranno costretti a ritornare alla loro abitazione proprio all’alba del 16 ottobre 1943 quando la comunità ebraica, del ghetto di Roma, viene rastrellata dalla Gestapo. Gli Urovitz saranno deportati ad Auschwitz. In tutto saranno 1023 ebrei italiani a finire nei campi di concentramento. Tornarono in 17.
Nel campo di concentramento di Auschwitz inizia la lenta agonia di tutti i deportati privati di ogni cosa e costretti a subire violenze alla persona e alla dignità. Ho letto queste pagine provando un vivo dolore, non è facile ripercorrere le torture subite dai prigionieri nei campi di sterminio. Non è facile accompagnare con lo sguardo da lettore i bambini, gli anziani, le donne, tutti coloro che erano inabili al lavoro, attraverso i bui e stretti corridoi che conducevano “alle docce”. Non vi descrivo gli orrori ma vi vorrei parlare della “fiducia”, “della speranza” che Lia continua a provare in cuor suo. Naturalmente mi direte: “Speranza nei lager tedeschi?” Si, cari amici, Speranza. Ed è proprio questo il messaggio che si evince tra le righe del romanzo che veste i panni di una vera e propria ricostruzione storica. Tra queste pagine si ha un intreccio perfetto tra la parte storica reale e il personaggio di Lia, emblema di tutti coloro che subirono la deportazione. Con un linguaggio forte, a volte necessariamente crudele, Sofia Domino ripercorre il dramma dei prigionieri. Esperienze sconvolgenti vengono narrate per ricordare come nei lager si perdeva la dignità di essere uomini, la capacità di pensare, la memoria di sé. La parola “annientamento” assume un duplice significato: nel lager non solo si annienta l’uomo fisicamente, ma, prima che muoia, si annientano tutte le sue caratteristiche umane.
Lia affronterà la prigionia alternando momenti di rabbia e ribellione, con momenti di disarmante ingenuità senza mai perdere la speranza. I puri di cuore non conoscono confini, i puri di cuore non moriranno mai fino a quando si avrà memoria del loro sacrificio. Riflettiamo, cari lettori, riflettiamo quando ci lamentiamo nelle nostre case, con gli amici, in piena libertà. Quando non siamo mai contenti di nulla.
Leggendo “Quando dal cielo cadevano le stelle” ho ammirato il lavoro di ricerca e di studio condotto per realizzare questo libro. La scrittrice si è posta di fronte alla Storia e con fedele e scientifica ricostruzione del passato, ci ha narrato la vita, le emozioni, le ingiustizie, i pensieri di coloro che hanno subito la violenza disumana e la sopraffazione infinita dei lager. Ho ammirato molto l’impegno di Rebecca e Sofia Domino che con i loro romanzi sull’Olocausto hanno voluto ricordarci queste esperienze dolorose. Spesso è necessario “ricordare” per poter apprezzare ciò che di positivo viviamo quotidianamente e che a volte non sappiamo riconoscere.
Vorrei concludere questa recensione-riflessione con un’immagine:
Lia ora è libera, finalmente può sognare, amare, vivere. Lia è libera di oltrepassare il cancello di Auschwitz. Lia è libera di salire su per una scala infinita i cui pioli sono formati dall’amore, dall’amicizia, dal rispetto, dalla libertà, dalla voglia di vivere, dal desiderio di realizzare i propri sogni, dalla fiducia. Sale sempre più su Lia e raggiunge la volta celeste per riportarvi l’astro della speranza affinché dal cielo non cadano più le stelle.
LINK ALLA RECENSIONE;
http://pennadoro.blogspot.it/2014/03/...
VOTO: 4 stelline e mezzo.
RECENSIONE:
Lia è una ragazzina ebrea, ha 13 anni ed è costretta a vivere in una buia cantina per sfuggire ai fascisti. La famiglia Urovitz è composta da papà Daniele, da mamma Giuditta, da nonna Myriam, da Lia e dai suoi fratelli Chalom e Tommaso. Sono Ebrei, devono nascondersi, devono diventare invisibili agli occhi dei loro persecutori. Così, una buia cantina diventa il loro nascondiglio. Sono aiutati dai coniugi Parisi e da altri amici di buona volontà. Nel rifugio le giornate trascorrono lente e si vive nella continua paura di esser scoperti. L’angoscia di ciò che potrebbe accadere rende tutti nervosi, demotivati tranne Myriam e Lia. La nonna mi è subito piaciuta perché mostra la saggezza tipica delle persone che hanno fatto tesoro della loro esistenza. Dispensa consigli, cerca di mitigare le situazioni in cui si creano contrasti tra i ragazzi e i loro genitori, spera nella fine della guerra per tornare finalmente a vivere in pace. Lia cerca di dare una parvenza di normalità alle sue giornate: studia, aiuta la mamma nei lavori domestici e nella preparazione dei miseri pranzi e delle, ancor più misere, cene. Ma, questa ragazzina ama la vita, guarda con occhi sognanti quella botola che la divide e la protegge dalla dura realtà e sogna. Sogna il futuro, vorrebbe diventare un medico per aiutare le persone e viaggiare, anela a esser parte attiva di quella stessa società che oggi la disprezza e la considera “un pericolo da eliminare”. La situazione precipita quando i rastrellamenti si fanno più serrati. Lia e i suoi cari iniziano un pellegrinaggio che li porterà in vari nascondigli e saranno costretti a ritornare alla loro abitazione proprio all’alba del 16 ottobre 1943 quando la comunità ebraica, del ghetto di Roma, viene rastrellata dalla Gestapo. Gli Urovitz saranno deportati ad Auschwitz. In tutto saranno 1023 ebrei italiani a finire nei campi di concentramento. Tornarono in 17.
Nel campo di concentramento di Auschwitz inizia la lenta agonia di tutti i deportati privati di ogni cosa e costretti a subire violenze alla persona e alla dignità. Ho letto queste pagine provando un vivo dolore, non è facile ripercorrere le torture subite dai prigionieri nei campi di sterminio. Non è facile accompagnare con lo sguardo da lettore i bambini, gli anziani, le donne, tutti coloro che erano inabili al lavoro, attraverso i bui e stretti corridoi che conducevano “alle docce”. Non vi descrivo gli orrori ma vi vorrei parlare della “fiducia”, “della speranza” che Lia continua a provare in cuor suo. Naturalmente mi direte: “Speranza nei lager tedeschi?” Si, cari amici, Speranza. Ed è proprio questo il messaggio che si evince tra le righe del romanzo che veste i panni di una vera e propria ricostruzione storica. Tra queste pagine si ha un intreccio perfetto tra la parte storica reale e il personaggio di Lia, emblema di tutti coloro che subirono la deportazione. Con un linguaggio forte, a volte necessariamente crudele, Sofia Domino ripercorre il dramma dei prigionieri. Esperienze sconvolgenti vengono narrate per ricordare come nei lager si perdeva la dignità di essere uomini, la capacità di pensare, la memoria di sé. La parola “annientamento” assume un duplice significato: nel lager non solo si annienta l’uomo fisicamente, ma, prima che muoia, si annientano tutte le sue caratteristiche umane.
Lia affronterà la prigionia alternando momenti di rabbia e ribellione, con momenti di disarmante ingenuità senza mai perdere la speranza. I puri di cuore non conoscono confini, i puri di cuore non moriranno mai fino a quando si avrà memoria del loro sacrificio. Riflettiamo, cari lettori, riflettiamo quando ci lamentiamo nelle nostre case, con gli amici, in piena libertà. Quando non siamo mai contenti di nulla.
Leggendo “Quando dal cielo cadevano le stelle” ho ammirato il lavoro di ricerca e di studio condotto per realizzare questo libro. La scrittrice si è posta di fronte alla Storia e con fedele e scientifica ricostruzione del passato, ci ha narrato la vita, le emozioni, le ingiustizie, i pensieri di coloro che hanno subito la violenza disumana e la sopraffazione infinita dei lager. Ho ammirato molto l’impegno di Rebecca e Sofia Domino che con i loro romanzi sull’Olocausto hanno voluto ricordarci queste esperienze dolorose. Spesso è necessario “ricordare” per poter apprezzare ciò che di positivo viviamo quotidianamente e che a volte non sappiamo riconoscere.
Vorrei concludere questa recensione-riflessione con un’immagine:
Lia ora è libera, finalmente può sognare, amare, vivere. Lia è libera di oltrepassare il cancello di Auschwitz. Lia è libera di salire su per una scala infinita i cui pioli sono formati dall’amore, dall’amicizia, dal rispetto, dalla libertà, dalla voglia di vivere, dal desiderio di realizzare i propri sogni, dalla fiducia. Sale sempre più su Lia e raggiunge la volta celeste per riportarvi l’astro della speranza affinché dal cielo non cadano più le stelle.
"COME LACRIME NELLA PIOGGIA" IL MIO SECONDO ROMANZO IN USCITA IL 19 MAGGIO (leggibile gratuitamente)
L'India è un Paese magico... ma che cosa si nasconde dietro al suo fascino?
Qual è la verità dimenticata dell'India?
Il 19 maggio uscirà il mio secondo romanzo: "Come lacrime nella pioggia" (versione PDF)e sarà LEGGIBILE GRATUITAMENTE.
Per riceverlo, basterà inviare un'email a sofiaromanzo@yahoo.it
TRAMA:
A ventidue anni Sarah Peterson è una comune ragazza di New York, appassionata di fotografia e di viaggi.
A quindici anni Asha Sengupta è una giovane ragazza indiana, venduta come sposa da suo padre.
D’improvviso il presente di Sarah s’intreccia con quello di Asha. L’amicizia tra due ragazze, diverse ma uguali, spiccherà il volo. Non solo Sarah si ritrova, con il suo fidanzato, a vivere per lunghi periodi in un villaggio remoto dell’India, ma scoprirà che cosa si nasconde in un Paese magico e allo stesso tempo terrorizzante.
Asha farà di tutto per lottare per i suoi sogni, per avere dei diritti paritari a quelli degli uomini e per continuare a studiare, perché non vuole sposarsi così giovane, e non vuole sposare chi non ama. Sarah si schiererà dalla sua parte, ma nel suo secondo viaggio in India scoprirà che Asha è scomparsa.
Liberarla dalla trappola in cui è caduta, per Sarah diventerà un’ossessione.
Un romanzo che fa luce su una verità dei giorni nostri, una storia di violenze, di corruzioni, di diritti negati. Una storia sull’amicizia.
Una storia in grado di aprire gli occhi sull’India, il Paese peggiore in cui nascere donna.
Ho reso il romanzo leggibile gratuitamente perché incoraggio i lettori a fare una donazione, anche se piccola, ad Amnesty International, la più grande organizzazione per i dritti umani.
Donare è veloce e sicuro.
www.amnesty.it
Oppure, incoraggio i lettori a firmare la petizione che ho lanciato sul sito Change.org per migliorare le condizioni delle donne in India.
Firmare la petizione è veloce e gratuito.
Vi lascio il link diretto:
https://www.change.org/en-IN/petition...
Qual è la verità dimenticata dell'India?
Il 19 maggio uscirà il mio secondo romanzo: "Come lacrime nella pioggia" (versione PDF)e sarà LEGGIBILE GRATUITAMENTE.
Per riceverlo, basterà inviare un'email a sofiaromanzo@yahoo.it
TRAMA:
A ventidue anni Sarah Peterson è una comune ragazza di New York, appassionata di fotografia e di viaggi.
A quindici anni Asha Sengupta è una giovane ragazza indiana, venduta come sposa da suo padre.
D’improvviso il presente di Sarah s’intreccia con quello di Asha. L’amicizia tra due ragazze, diverse ma uguali, spiccherà il volo. Non solo Sarah si ritrova, con il suo fidanzato, a vivere per lunghi periodi in un villaggio remoto dell’India, ma scoprirà che cosa si nasconde in un Paese magico e allo stesso tempo terrorizzante.
Asha farà di tutto per lottare per i suoi sogni, per avere dei diritti paritari a quelli degli uomini e per continuare a studiare, perché non vuole sposarsi così giovane, e non vuole sposare chi non ama. Sarah si schiererà dalla sua parte, ma nel suo secondo viaggio in India scoprirà che Asha è scomparsa.
Liberarla dalla trappola in cui è caduta, per Sarah diventerà un’ossessione.
Un romanzo che fa luce su una verità dei giorni nostri, una storia di violenze, di corruzioni, di diritti negati. Una storia sull’amicizia.
Una storia in grado di aprire gli occhi sull’India, il Paese peggiore in cui nascere donna.
Ho reso il romanzo leggibile gratuitamente perché incoraggio i lettori a fare una donazione, anche se piccola, ad Amnesty International, la più grande organizzazione per i dritti umani.
Donare è veloce e sicuro.
www.amnesty.it
Oppure, incoraggio i lettori a firmare la petizione che ho lanciato sul sito Change.org per migliorare le condizioni delle donne in India.
Firmare la petizione è veloce e gratuito.
Vi lascio il link diretto:
https://www.change.org/en-IN/petition...
"QUANDO DAL CIELO CADEVANO LE STELLE" RECENSIONE SUL BLOG "CHICCHI DI PENSIERI"!
E' firmata Angela una nuova recensione del mio romanzo d'esordio, pubblicata sul blog "Chicchi di Pensieri".
VAI ALLA RECENSIONE:
http://chicchidipensieri.blogspot.it/...
RECENSIONE:
È sempre complicato per me parlare di romanzi che mi hanno toccata nel profondo.
Ma allo stesso tempo, mi piace farlo…, e per la stessa ragione!
L’argomento “Shoah”, “campi di concentramento” (e a tutta la storia in generale) ecc… mi ha sempre molto coinvolta sin da bambina, e il mio primo approccio ad esso è partito dal Diario di Anna Frank e da allora non è più terminato.
Qualche mese fa ho recensito il libro di Rebecca “La mia amica ebrea”, incentrato sul bellissimo rapporto d’amicizia tra una ragazzina tedesca e una ebrea, che hanno imparato a buttar giù il muro di pregiudizi che le divideva per donare a loro stesse la gioia di un affetto sincero e puro, che ha brillato come un faro nelle tenebre di una guerra che porta con sé solo e sempre odio, morte, distruzione.
In “Quando dal cielo cadevano le stelle” a brillare sono le bombe di una guerra interminabile, sfiancante, estenuante, che ha provocato milioni di vittime e che ha gettato un’onta indicibile sull’UOMO (in senso antropologico), ricordando (e dico ricordando perché purtroppo la Storia, in ogni epoca e luogo, è sempre stata costellata da atti di meschinità e bassezza, di crudeltà ed ingiustizia, che sembrano sempre più grandi e numerosi rispetto agli atti di eroismo e sacrificio, che pur non sono mai mancati, proprio in frangenti come quelli) quanto esso sia maledettamente capace di mettere in atto progetti infimi e malvagi nei confronti dei propri simili, tanto da far scaturire, spontaneamente, la classica domanda “Ma com’è possibile…?”.
Eppure è possibile e noi leggiamo la storia della protagonista 13enne, Lia Urovitz, figlia di ebrei italiani, che vive a Roma con papà Daniele, mamma Giuditta, nonna Myriam, il fratello maggiore Tommaso e il fratellino di 5 anni Chalom, sapendo che il periodo in cui è collocata questa piccola storia è uno dei più orrendi della grande Storia.
Lia è una ragazzina dolce, sensibile, intelligente, grande osservatrice, molto riflessiva, paziente, desiderosa di imparare tante cose, e soprattutto a contraddistinguerla è la sua irrefrenabile e commovente voglia di vivere.
Lia incarna la frase semplice ma terribilmente vera: “La vita è meravigliosa”… e tutti hanno il diritto di viverla, con dignità, cercando di realizzare i propri sogni.
E Lia ha gli stessi sogni delle sue coetanee…, ma il momento storico in cui sta vivendo non le sta dando la libertà di credere che questi sogni potrà certamente realizzarli.
La guerra sta costringendo gli Urovitz a nascondersi dalla ferocia dei fascisti di Mussolini che hanno cominciato a cercare gli ebrei per arrestarli e togliere loro tutto.
Grazie alla gentilezza di tanti amici di famiglia, Lia e la sua famiglia riusciranno a nascondersi per diversi anni, vivendo ora in una cantina, ora in una soffitta…
La vita da segregati in casa è difficile e la prima parte del romanzo si focalizza su quanto sia complesso gestire i rapporti familiari se si è costretti a stare gomito a gomito 24 ore su 24, mangiando sempre le stesse cose (quel poco che c’è…), non sapendo cosa inventarsi per far passare le giornate…
Il nervosismo e il senso di oppressione sono palpabili tra le quattro mura e, nonostante l’affetto che unisce i membri della famiglia, comunicare e andare d’accordo può diventare problematico, in particolare perché i grandi – troppo preoccupati dal conflitto in corso, dalle leggi razziali e dalle loro conseguenze – non hanno molta voglia di ascoltare i propri figli adolescenti, con i loro sospiri, le loro “paturnie”, la voglia di parlare, sognare, esprimere desideri, sentimenti…
L’Autrice punta i riflettori sulle dinamiche familiari che attraversano gli Urovitz, dandoci il punto di vista di Lia (la narrazione è sempre in terza persona), la quale vorrebbe in tutti i modi essere libera di poter condividere sentimenti, pensieri, passioni, paure…, ma si ritrova a fronteggiare dei muri troppo alti….
Il muro di Giuditta, una mamma apprensiva e troppo nervosa, agitata, piena di paura per sé e i propri figli, che non riesce ad andare verso la figlia, finendo per scontrarsi con lei spesso.
Il muro di un altrettanto preoccupato Daniele, un uomo sempre attivo ed energico, obbligato all’immobilità; il muro di Tommaso, innamorato della sua Mea e di cattivo umore al pensiero di restare separato da lei per chissà quanto tempo ancora…
A offrire a Lia la possibilità di sfogarsi e raccontarsi sarà Hadas, un adolescente ebreo con cui la ragazzina avrà modo di corrispondere tramite lettera, durante il periodo nei nascondigli, e che permetterà ad entrambi di aprirsi e condividere confidenze e segreti tipici dell’età; uno spiraglio di normalità, di luce, in un momento connotato soltanto da paure a ansietà.
Il rapporto tra i due ragazzi avrà modo di crescere e rafforzarsi, soprattutto quando la fuga dai nazifascisti e l’aggravarsi delle condizioni degli ebrei li faranno incontrare, condividendo parte di un comune destino.
Ma al fianco di Lia, a darle conforto ed incoraggiamento, prima di Hadas ci sarà nonna Myriam, l’unica in famiglia che sembra comprendere la nipotina e da lei Lia imparerà una cosa fondamentale: la speranza, l’amore per la vita nonostante il periodo buio, il continuare a credere nella capacità dell’uomo di migliorare dentro, di costruire un futuro migliore.
Un futuro in cui non ci sono più bombe che illuminano il cielo e distruggono case, spazzano via sogni e vite umane; in cui un uomo non è costretto a fuggire terrorizzato e nascondersi perché è ebreo…; un mondo in cui non ci sono più differenze e discriminazioni di sesso, razza, religione, ideologia politica ecc…; in cui a una bambina di 13 anni è riconosciuto il diritto di immaginarsi adulta, felice, con un lavoro che le piace, forse con una famiglia sua.
Un mondo in cui gruppi di persone di tutte le età e provenienti da varie parti del mondo non sono costrette a guardare la crudeltà e la morte in faccia ogni giorno, crudeltà dipinta sul viso di uomini come loro, ma che hanno accettato di vendere la propria anima e la propria coscienza in nome di ideologie spietate, insensate, folli, che faranno tanto male a milioni di esseri umani indifesi, che guarderanno spaventati, smarriti, stupiti… le conseguenze di questa insensatezza, di questa follia, e ad essa non potranno neppure reagire.
Un mondo in cui nessuno crea CAMPI DI STERMINIO, FORNI CREMATORI, CAMERE A GAS; in cui un uomo non si diverte ad umiliare, picchiare, terrorizzare, sputare, insultare creature fatte ad immagine e somiglianza di Dio.
Un mondo in cui a nessun uomo e nessuna donna viene rubata la propria identità, il proprio nome in cambio di una squallida serie numerica; in cui quell’uomo e quella donna conservano la propria dignità e non sono costretti, a suon di calci e sputi, a spogliarsi di tutto e ad esporsi agli scherni di uomini che ormai sono diventati delle bestie…, a delirare per un pezzo di pane al giorno, a vedere le proprio costole che escono dalla pelle perché le malattie, la stanchezza (a causa di lavoro pesantissimi a condizioni e orari inumani), la denutrizione sono esasperanti e inimmaginabili.
Un mondo in cui l’uomo non è lupo per l’altro uomo, bensì gli è fratello e amico, in cui invece di calci e bastonate, si donano sorrisi e mani aperte per aiutare, in cui al posto di urla e ingiurie atroci, si sussurrano gentilezze, e le uniche urla sono quelle dei bambini che giocano in cortile.
Insomma, un mondo che Lia sogna e continua a sognare con fiducia e speranza…, guardando oltre le mura di una cantina, agognando di poter guardare almeno un angolo di cielo, quel cielo azzurro con le nuvole o blu scuro illuminato dalle stelle, un cielo infinito che la rassicura e le suggerisce di non perdere mai la speranza, la voglia di vivere, ma di custodirla nel proprio cuore.
A qualunque prezzo e ovunque si trovi.
Vorrei potervi dire che la nostra giovane protagonista non conoscerà la crudeltà della vita nel campo di concentramento…
Ma questa non è una storia che deve a tutti i costi finire come vorremmo, perché è una storia che – per quanto abbia personaggi inventati – è fin troppo realistica, e la realtà non sempre ci viene incontro.
Siamo davanti ad un romanzo che è come un grande quadro, dipinto con colori scuri, tristi, perché oscura e triste è la guerra, è il cuore dell’uomo cieco e folle, è l’animo di chi si vede privato dei diritti fondamentali che fanno di un individuo un ESSERE UMANO.
Ma attenzione, non fatevi distrarre dai colori scuri che predominano in questa storia…; se guardate bene, vedrete come me due stelle che brillano in questo mare di paura, morte, odio: sono gli occhi di persone come Lia, che hanno continuato a credere, pregare, sperare, amare, sognare, combattere, incoraggiare, resistere: gli occhi di chi non ha smesso di seguire il volo di un uccellino che, libero, svolazza nell’infinito cielo azzurro.
Quel cielo che continuava ad essere sopra di lei nonostante attorno ci fosse solo filo spinato, e che le ricordava che la vita è bella e non va sprecata, ma va afferrata con forza per poi essere vissuta appieno, non solo per se stessi, ma per tutti coloro che non sono sopravvissuti a una delle più grandi atrocità che la Storia ricordi.
Vi invito a leggerlo, ovviamente, perché è molto bello; anzitutto, è scritto molto bene, accurato nel linguaggio come nella contestualizzazione storico-sociale; i personaggi – da Lia ai familiari – ci vengono presentati con chiarezza, tanto da ritrovarsi immersi nella loro vita come se stessimo con loro; in particolare, simpatizziamo con la piccola Lia, che ci commuove e intenerisce per la sua forza interiore, la sua determinazione e voglia di andare avanti.
Realistiche sono le dinamiche familiari affrontate, come lo è anche il complesso mondo interiore degli adolescenti; il ritmo non è frenetico e l’Autrice non ha fretta di metterci davanti l’evolversi della situazione in modo freddo, ma lo fa trattenendoci, soffermandoci sui dettagli, i particolari, le singole parole, i pensieri… così come Lia li avverte, per poi catapultarci, improvvisamente, nell’inferno del lager, come di certo si son sentite le persone prese e portate vie: catapultate, travolte, “sbattute” violentemente, senza possibilità di ribellarsi, prima che fosse dato loro il tempo di capire.
È il secondo romanzo che leggo di Sofia Domino e non posso che apprezzarne lo stile di scrittura, gli argomenti trattati (in “Come lacrime nella pioggia” ha trattato quello della privazione dei diritti delle donne indiane), la forza interiore dei personaggi principali, la cura nei dettagli, la fluidità nella narrazione che non perde mai interesse e ritmo.
VAI ALLA RECENSIONE:
http://chicchidipensieri.blogspot.it/...
RECENSIONE:
È sempre complicato per me parlare di romanzi che mi hanno toccata nel profondo.
Ma allo stesso tempo, mi piace farlo…, e per la stessa ragione!
L’argomento “Shoah”, “campi di concentramento” (e a tutta la storia in generale) ecc… mi ha sempre molto coinvolta sin da bambina, e il mio primo approccio ad esso è partito dal Diario di Anna Frank e da allora non è più terminato.
Qualche mese fa ho recensito il libro di Rebecca “La mia amica ebrea”, incentrato sul bellissimo rapporto d’amicizia tra una ragazzina tedesca e una ebrea, che hanno imparato a buttar giù il muro di pregiudizi che le divideva per donare a loro stesse la gioia di un affetto sincero e puro, che ha brillato come un faro nelle tenebre di una guerra che porta con sé solo e sempre odio, morte, distruzione.
In “Quando dal cielo cadevano le stelle” a brillare sono le bombe di una guerra interminabile, sfiancante, estenuante, che ha provocato milioni di vittime e che ha gettato un’onta indicibile sull’UOMO (in senso antropologico), ricordando (e dico ricordando perché purtroppo la Storia, in ogni epoca e luogo, è sempre stata costellata da atti di meschinità e bassezza, di crudeltà ed ingiustizia, che sembrano sempre più grandi e numerosi rispetto agli atti di eroismo e sacrificio, che pur non sono mai mancati, proprio in frangenti come quelli) quanto esso sia maledettamente capace di mettere in atto progetti infimi e malvagi nei confronti dei propri simili, tanto da far scaturire, spontaneamente, la classica domanda “Ma com’è possibile…?”.
Eppure è possibile e noi leggiamo la storia della protagonista 13enne, Lia Urovitz, figlia di ebrei italiani, che vive a Roma con papà Daniele, mamma Giuditta, nonna Myriam, il fratello maggiore Tommaso e il fratellino di 5 anni Chalom, sapendo che il periodo in cui è collocata questa piccola storia è uno dei più orrendi della grande Storia.
Lia è una ragazzina dolce, sensibile, intelligente, grande osservatrice, molto riflessiva, paziente, desiderosa di imparare tante cose, e soprattutto a contraddistinguerla è la sua irrefrenabile e commovente voglia di vivere.
Lia incarna la frase semplice ma terribilmente vera: “La vita è meravigliosa”… e tutti hanno il diritto di viverla, con dignità, cercando di realizzare i propri sogni.
E Lia ha gli stessi sogni delle sue coetanee…, ma il momento storico in cui sta vivendo non le sta dando la libertà di credere che questi sogni potrà certamente realizzarli.
La guerra sta costringendo gli Urovitz a nascondersi dalla ferocia dei fascisti di Mussolini che hanno cominciato a cercare gli ebrei per arrestarli e togliere loro tutto.
Grazie alla gentilezza di tanti amici di famiglia, Lia e la sua famiglia riusciranno a nascondersi per diversi anni, vivendo ora in una cantina, ora in una soffitta…
La vita da segregati in casa è difficile e la prima parte del romanzo si focalizza su quanto sia complesso gestire i rapporti familiari se si è costretti a stare gomito a gomito 24 ore su 24, mangiando sempre le stesse cose (quel poco che c’è…), non sapendo cosa inventarsi per far passare le giornate…
Il nervosismo e il senso di oppressione sono palpabili tra le quattro mura e, nonostante l’affetto che unisce i membri della famiglia, comunicare e andare d’accordo può diventare problematico, in particolare perché i grandi – troppo preoccupati dal conflitto in corso, dalle leggi razziali e dalle loro conseguenze – non hanno molta voglia di ascoltare i propri figli adolescenti, con i loro sospiri, le loro “paturnie”, la voglia di parlare, sognare, esprimere desideri, sentimenti…
L’Autrice punta i riflettori sulle dinamiche familiari che attraversano gli Urovitz, dandoci il punto di vista di Lia (la narrazione è sempre in terza persona), la quale vorrebbe in tutti i modi essere libera di poter condividere sentimenti, pensieri, passioni, paure…, ma si ritrova a fronteggiare dei muri troppo alti….
Il muro di Giuditta, una mamma apprensiva e troppo nervosa, agitata, piena di paura per sé e i propri figli, che non riesce ad andare verso la figlia, finendo per scontrarsi con lei spesso.
Il muro di un altrettanto preoccupato Daniele, un uomo sempre attivo ed energico, obbligato all’immobilità; il muro di Tommaso, innamorato della sua Mea e di cattivo umore al pensiero di restare separato da lei per chissà quanto tempo ancora…
A offrire a Lia la possibilità di sfogarsi e raccontarsi sarà Hadas, un adolescente ebreo con cui la ragazzina avrà modo di corrispondere tramite lettera, durante il periodo nei nascondigli, e che permetterà ad entrambi di aprirsi e condividere confidenze e segreti tipici dell’età; uno spiraglio di normalità, di luce, in un momento connotato soltanto da paure a ansietà.
Il rapporto tra i due ragazzi avrà modo di crescere e rafforzarsi, soprattutto quando la fuga dai nazifascisti e l’aggravarsi delle condizioni degli ebrei li faranno incontrare, condividendo parte di un comune destino.
Ma al fianco di Lia, a darle conforto ed incoraggiamento, prima di Hadas ci sarà nonna Myriam, l’unica in famiglia che sembra comprendere la nipotina e da lei Lia imparerà una cosa fondamentale: la speranza, l’amore per la vita nonostante il periodo buio, il continuare a credere nella capacità dell’uomo di migliorare dentro, di costruire un futuro migliore.
Un futuro in cui non ci sono più bombe che illuminano il cielo e distruggono case, spazzano via sogni e vite umane; in cui un uomo non è costretto a fuggire terrorizzato e nascondersi perché è ebreo…; un mondo in cui non ci sono più differenze e discriminazioni di sesso, razza, religione, ideologia politica ecc…; in cui a una bambina di 13 anni è riconosciuto il diritto di immaginarsi adulta, felice, con un lavoro che le piace, forse con una famiglia sua.
Un mondo in cui gruppi di persone di tutte le età e provenienti da varie parti del mondo non sono costrette a guardare la crudeltà e la morte in faccia ogni giorno, crudeltà dipinta sul viso di uomini come loro, ma che hanno accettato di vendere la propria anima e la propria coscienza in nome di ideologie spietate, insensate, folli, che faranno tanto male a milioni di esseri umani indifesi, che guarderanno spaventati, smarriti, stupiti… le conseguenze di questa insensatezza, di questa follia, e ad essa non potranno neppure reagire.
Un mondo in cui nessuno crea CAMPI DI STERMINIO, FORNI CREMATORI, CAMERE A GAS; in cui un uomo non si diverte ad umiliare, picchiare, terrorizzare, sputare, insultare creature fatte ad immagine e somiglianza di Dio.
Un mondo in cui a nessun uomo e nessuna donna viene rubata la propria identità, il proprio nome in cambio di una squallida serie numerica; in cui quell’uomo e quella donna conservano la propria dignità e non sono costretti, a suon di calci e sputi, a spogliarsi di tutto e ad esporsi agli scherni di uomini che ormai sono diventati delle bestie…, a delirare per un pezzo di pane al giorno, a vedere le proprio costole che escono dalla pelle perché le malattie, la stanchezza (a causa di lavoro pesantissimi a condizioni e orari inumani), la denutrizione sono esasperanti e inimmaginabili.
Un mondo in cui l’uomo non è lupo per l’altro uomo, bensì gli è fratello e amico, in cui invece di calci e bastonate, si donano sorrisi e mani aperte per aiutare, in cui al posto di urla e ingiurie atroci, si sussurrano gentilezze, e le uniche urla sono quelle dei bambini che giocano in cortile.
Insomma, un mondo che Lia sogna e continua a sognare con fiducia e speranza…, guardando oltre le mura di una cantina, agognando di poter guardare almeno un angolo di cielo, quel cielo azzurro con le nuvole o blu scuro illuminato dalle stelle, un cielo infinito che la rassicura e le suggerisce di non perdere mai la speranza, la voglia di vivere, ma di custodirla nel proprio cuore.
A qualunque prezzo e ovunque si trovi.
Vorrei potervi dire che la nostra giovane protagonista non conoscerà la crudeltà della vita nel campo di concentramento…
Ma questa non è una storia che deve a tutti i costi finire come vorremmo, perché è una storia che – per quanto abbia personaggi inventati – è fin troppo realistica, e la realtà non sempre ci viene incontro.
Siamo davanti ad un romanzo che è come un grande quadro, dipinto con colori scuri, tristi, perché oscura e triste è la guerra, è il cuore dell’uomo cieco e folle, è l’animo di chi si vede privato dei diritti fondamentali che fanno di un individuo un ESSERE UMANO.
Ma attenzione, non fatevi distrarre dai colori scuri che predominano in questa storia…; se guardate bene, vedrete come me due stelle che brillano in questo mare di paura, morte, odio: sono gli occhi di persone come Lia, che hanno continuato a credere, pregare, sperare, amare, sognare, combattere, incoraggiare, resistere: gli occhi di chi non ha smesso di seguire il volo di un uccellino che, libero, svolazza nell’infinito cielo azzurro.
Quel cielo che continuava ad essere sopra di lei nonostante attorno ci fosse solo filo spinato, e che le ricordava che la vita è bella e non va sprecata, ma va afferrata con forza per poi essere vissuta appieno, non solo per se stessi, ma per tutti coloro che non sono sopravvissuti a una delle più grandi atrocità che la Storia ricordi.
Vi invito a leggerlo, ovviamente, perché è molto bello; anzitutto, è scritto molto bene, accurato nel linguaggio come nella contestualizzazione storico-sociale; i personaggi – da Lia ai familiari – ci vengono presentati con chiarezza, tanto da ritrovarsi immersi nella loro vita come se stessimo con loro; in particolare, simpatizziamo con la piccola Lia, che ci commuove e intenerisce per la sua forza interiore, la sua determinazione e voglia di andare avanti.
Realistiche sono le dinamiche familiari affrontate, come lo è anche il complesso mondo interiore degli adolescenti; il ritmo non è frenetico e l’Autrice non ha fretta di metterci davanti l’evolversi della situazione in modo freddo, ma lo fa trattenendoci, soffermandoci sui dettagli, i particolari, le singole parole, i pensieri… così come Lia li avverte, per poi catapultarci, improvvisamente, nell’inferno del lager, come di certo si son sentite le persone prese e portate vie: catapultate, travolte, “sbattute” violentemente, senza possibilità di ribellarsi, prima che fosse dato loro il tempo di capire.
È il secondo romanzo che leggo di Sofia Domino e non posso che apprezzarne lo stile di scrittura, gli argomenti trattati (in “Come lacrime nella pioggia” ha trattato quello della privazione dei diritti delle donne indiane), la forza interiore dei personaggi principali, la cura nei dettagli, la fluidità nella narrazione che non perde mai interesse e ritmo.
"COME LACRIME NELLA PIOGGIA" NUOVA RECENSIONE SU "THE GAL WHO LIVES OF BOOKS"!
Clarke Petrova firma una nuova recensione del mio romanzo "Come lacrime nella pioggia", pubblicandola sul suo blog "The Gal Who Lives of Books".
VOTO: 5/5
VAI ALLA RECENSIONE:
http://thegalwholivesofbooks.blogspot...
RECENSIONE:
Come lacrime nella pioggia è un libro speciale, vero, crudo, ma racconta storie che accadono ogni giorno, le ingiustizie nei confronti delle donne. è di sicuro un libro che fa riflettere proprio su queste numerose ingiustizie, e ti accende un "fuoco" dentro, che ti spinge a voler fare qualcosa, proprio come Sarah.
Sarah, è americana, ed è fidanzata con un indiano, così decide di andare a visitare il villaggio del suo futuro marito, Abhai. Lui non ha la stessa mentalità degli altri cittadini, essendo cresciuto New York, e sostiene Sarah in ogni sua scelta. Il villaggio di Abhai (scusate se non scrivo il nome, ma è difficile...) è minuscolo e insignificante, ma è in condizioni primitive, e per quanto insignificante, non permette a tutte le donne che ci abitano di avere dei diritti. Ogni donna è abituata ad accettare il proprio destino, senza fiatare.
Ogni donna ha gli occhi vuoti e spenti, tristi. Tranne Asha. Lei è determinata, vorrebbe proseguire gli studi, e vorrebbe non dover sposare il figlio di Vishnu. Ma quanto conta la sua opinione, in un villaggio dove la donna non ha neanche diritto di essere chiamata con il proprio nome?
Sarah vuole aiutarla, in tutti i modi. Parte tranquilla, convinta che Asha non si sarebbe sposata. Ma invece sono state sempre ingannate. Ogni frase uscita dalla bocca degli uomini del villaggio era una menzogna, e ora Asha non c'è più. E nessuno sembra intenzionato ad aiutare Sarah.
Come lacrime nella pioggia parla di storie che accadono ogni giorno, ogni ora. Parla delle condizioni della donna in India, il peggior Paese dove nascere donna. Perché, se nelle grandi città c'è un accenno di sviluppo, nei villaggi come quello della protagonista, le condizioni sono arretrate, troppo. Non è giusto uccidere la moglie a causa della morte del marito, non è giusto bruciare vive donne innocenti perché hanno osato ribattere. Le donne sono persone, al pari degli uomini, e hanno gli stessi diritti. Proprio come l'uomo, hanno il diritto di scegliere chi sposare, o di non sposarsi affatto. Hanno diritto a fare carriera, il lavoro che più piaccia a loro, ed è impensabile che nel 2014, l'era della tecnologia, ci siano ancora queste situazioni nel mondo. Paesi in cui le donne sono libere, hanno la parità dei sessi, e Paesi in cui le donne valgono meno di un animale.Come lacrime nella pioggia è fonte di riflessione su numerosi argomenti. è uno di quei libri concreti, di storie vere, e dal finale vero. Non c'è nessun lieto fine, nessun "...e vissero felici e contenti", proprio come accade nella realtà.
Il fine di questo libro è quello di spronare il lettore a fare qualcosa, anche e solo firmando una petizione o facendo una donazione. Link per la petizione: https://www.change.org/en-IN/petition...
VOTO: 5/5
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http://thegalwholivesofbooks.blogspot...
RECENSIONE:
Come lacrime nella pioggia è un libro speciale, vero, crudo, ma racconta storie che accadono ogni giorno, le ingiustizie nei confronti delle donne. è di sicuro un libro che fa riflettere proprio su queste numerose ingiustizie, e ti accende un "fuoco" dentro, che ti spinge a voler fare qualcosa, proprio come Sarah.
Sarah, è americana, ed è fidanzata con un indiano, così decide di andare a visitare il villaggio del suo futuro marito, Abhai. Lui non ha la stessa mentalità degli altri cittadini, essendo cresciuto New York, e sostiene Sarah in ogni sua scelta. Il villaggio di Abhai (scusate se non scrivo il nome, ma è difficile...) è minuscolo e insignificante, ma è in condizioni primitive, e per quanto insignificante, non permette a tutte le donne che ci abitano di avere dei diritti. Ogni donna è abituata ad accettare il proprio destino, senza fiatare.
Ogni donna ha gli occhi vuoti e spenti, tristi. Tranne Asha. Lei è determinata, vorrebbe proseguire gli studi, e vorrebbe non dover sposare il figlio di Vishnu. Ma quanto conta la sua opinione, in un villaggio dove la donna non ha neanche diritto di essere chiamata con il proprio nome?
Sarah vuole aiutarla, in tutti i modi. Parte tranquilla, convinta che Asha non si sarebbe sposata. Ma invece sono state sempre ingannate. Ogni frase uscita dalla bocca degli uomini del villaggio era una menzogna, e ora Asha non c'è più. E nessuno sembra intenzionato ad aiutare Sarah.
Come lacrime nella pioggia parla di storie che accadono ogni giorno, ogni ora. Parla delle condizioni della donna in India, il peggior Paese dove nascere donna. Perché, se nelle grandi città c'è un accenno di sviluppo, nei villaggi come quello della protagonista, le condizioni sono arretrate, troppo. Non è giusto uccidere la moglie a causa della morte del marito, non è giusto bruciare vive donne innocenti perché hanno osato ribattere. Le donne sono persone, al pari degli uomini, e hanno gli stessi diritti. Proprio come l'uomo, hanno il diritto di scegliere chi sposare, o di non sposarsi affatto. Hanno diritto a fare carriera, il lavoro che più piaccia a loro, ed è impensabile che nel 2014, l'era della tecnologia, ci siano ancora queste situazioni nel mondo. Paesi in cui le donne sono libere, hanno la parità dei sessi, e Paesi in cui le donne valgono meno di un animale.Come lacrime nella pioggia è fonte di riflessione su numerosi argomenti. è uno di quei libri concreti, di storie vere, e dal finale vero. Non c'è nessun lieto fine, nessun "...e vissero felici e contenti", proprio come accade nella realtà.
Il fine di questo libro è quello di spronare il lettore a fare qualcosa, anche e solo firmando una petizione o facendo una donazione. Link per la petizione: https://www.change.org/en-IN/petition...
"QUANDO DAL CIELO CADEVANO LE STELLE" NUOVA RECENSIONE SU "WELCOME TO THE CITY OF BONES"!
Firmata da Jaqueline, e pubblicata sul blog "Welcome to the city of bones", ecco una nuova recensione del mio romanzo d'esordio "Quando dal cielo cadevano le stelle"!
VOTO: 4/5
VAI ALLA RECENSIONE:
http://welcome--to--the--city--of--bo...
RECENSIONE:
"Quanto era lontana la libertà? Forse non molto, ma lei non poteva farne parte".
Lia è una ragazzina ebrea. Lei ha la passione per la vita ed è piena di speranze. Riesce sempre a vedere il lato positivo delle cose anche quando queste a volte volgono al peggio. Ma lei sa benissimo che là fuori -fuori dalla cantina in cui è segregata con la sua famiglia- la vita è meravigliosa. Da anni ormai vive lì dentro per sfuggire alle persecuzioni razziali. Ma un giorno lei e la sua famiglia sono costretti ad andarsene, riuscendo a trovare un altro nascondiglio temporaneo. Fino a quando una famiglia cristiana decide di ospitarli nella loro soffitta. Nella soffitta vive già una famiglia di ebrei di cui fa anche parte Hadas, il ragazzino con il quale Lia ha avuto una corrispondenza. I due finalmente, dopo tante lettere scritte, si conosceranno. Ma ben presto le due famiglie sono costrette a cambiare nascondiglio, trovando rifugio in un monastero. Ma le cose si mettono male quando i tedeschi iniziano a sparare per le strade di Roma in cerca degli ebrei. La famiglia di Lia e quella di Hadas verranno scoperte e deportate nel campo di Auschwitz.
Là dove tutti perdono il loro nome, la loro dignità.
"Certo quella cantina era claustrofobica, da tre anni viveva nel solto posto, ma non si era dimenticata che fuori c'era il mondo e non avrebbe permesso alla guerra di distruggere la sua vita. Oltre la guerra c'era il destino e nel passato, nel presente e nel futuro c'era la vita. E lei voleva disperatamente farne parte".
Dovete leggerlo. Fa venire i brividi.
Fa venire i brividi per la sua verità, è un libro straziante. Lia stanca di tutto, non si sentirà mai a casa e avrà gigantesca fame di vita. La guerra non concede nulla. Non concede di vivere davvero.
Le persecuzioni, gli stermini, la fame, i lavori disumani a cui venivano sottoposti gli ebrei, il freddo, le umiliazioni non faranno mai perdere la speranza a Lia. Lei guarderà il cielo ogni volta che penserà di non farcela. E ogni volta che lo guarderà si renderà conto che la vita è bellissima dietro quel filo spinato che la rende schiava. Lia continuerà a sperare nella fine della guerra, nella fine del dolore fino alla fine. Lei vivrà per i suoi cari che non ce l'hanno fatta. E anche se forse Lia non riuscirà a veder finire la guerra, è felice perchè magari qualcun'altro potrà farlo al posto suo.
"Comunque sono certa di cos'altro vorrò fare dopo la guerra: vorrò vivere".
Straziante ma davvero molto bello. Un libro per non dimenticare.
"Nonna"
"Cosa?" corrugò la fronte quest'ultima.
"Non credi che le stelle siano fatte per stare in cielo e non sui vestiti?" le chiese Chalom.
VOTO: 4/5
VAI ALLA RECENSIONE:
http://welcome--to--the--city--of--bo...
RECENSIONE:
"Quanto era lontana la libertà? Forse non molto, ma lei non poteva farne parte".
Lia è una ragazzina ebrea. Lei ha la passione per la vita ed è piena di speranze. Riesce sempre a vedere il lato positivo delle cose anche quando queste a volte volgono al peggio. Ma lei sa benissimo che là fuori -fuori dalla cantina in cui è segregata con la sua famiglia- la vita è meravigliosa. Da anni ormai vive lì dentro per sfuggire alle persecuzioni razziali. Ma un giorno lei e la sua famiglia sono costretti ad andarsene, riuscendo a trovare un altro nascondiglio temporaneo. Fino a quando una famiglia cristiana decide di ospitarli nella loro soffitta. Nella soffitta vive già una famiglia di ebrei di cui fa anche parte Hadas, il ragazzino con il quale Lia ha avuto una corrispondenza. I due finalmente, dopo tante lettere scritte, si conosceranno. Ma ben presto le due famiglie sono costrette a cambiare nascondiglio, trovando rifugio in un monastero. Ma le cose si mettono male quando i tedeschi iniziano a sparare per le strade di Roma in cerca degli ebrei. La famiglia di Lia e quella di Hadas verranno scoperte e deportate nel campo di Auschwitz.
Là dove tutti perdono il loro nome, la loro dignità.
"Certo quella cantina era claustrofobica, da tre anni viveva nel solto posto, ma non si era dimenticata che fuori c'era il mondo e non avrebbe permesso alla guerra di distruggere la sua vita. Oltre la guerra c'era il destino e nel passato, nel presente e nel futuro c'era la vita. E lei voleva disperatamente farne parte".
Dovete leggerlo. Fa venire i brividi.
Fa venire i brividi per la sua verità, è un libro straziante. Lia stanca di tutto, non si sentirà mai a casa e avrà gigantesca fame di vita. La guerra non concede nulla. Non concede di vivere davvero.
Le persecuzioni, gli stermini, la fame, i lavori disumani a cui venivano sottoposti gli ebrei, il freddo, le umiliazioni non faranno mai perdere la speranza a Lia. Lei guarderà il cielo ogni volta che penserà di non farcela. E ogni volta che lo guarderà si renderà conto che la vita è bellissima dietro quel filo spinato che la rende schiava. Lia continuerà a sperare nella fine della guerra, nella fine del dolore fino alla fine. Lei vivrà per i suoi cari che non ce l'hanno fatta. E anche se forse Lia non riuscirà a veder finire la guerra, è felice perchè magari qualcun'altro potrà farlo al posto suo.
"Comunque sono certa di cos'altro vorrò fare dopo la guerra: vorrò vivere".
Straziante ma davvero molto bello. Un libro per non dimenticare.
"Nonna"
"Cosa?" corrugò la fronte quest'ultima.
"Non credi che le stelle siano fatte per stare in cielo e non sui vestiti?" le chiese Chalom.
"COME LACRIME NELLA PIOGGIA" NUOVA RECENSIONE SU "UN LIBRO IN TASCA"!
Ringrazio Sara Rania per aver pubblicato su "Un libro in tasca" una nuova recensione del mio romanzo!
VOTO: 5/5
LINK ALLA RECENSIONE: http://unlibrointasca.wordpress.com/2...
VAI ALLA RECENSIONE:
Sarah Peterson è cresciuta a New York, città cosmopolita che ha saputo fare tesoro del melting pot di comunità che la compone. Ha ventidue anni, è spensierata e appassionata di fotografia e si appresta a sposare il suo grande amore. Sarà proprio al fianco di Abhai Mailakar, suo compagno di origini indiane, che deciderà di intraprendere un difficile viaggio nel cuore del grande paese. Uno spostamneto senza ritorno, che la porterà a fare i conti con la cruda quotidianità della condizione femminile, particolarmente esacerbata in alcune zone rurali del sub-continente indiano. Ambasciatrice di un mondo così diverso Sarah incontrerà Asha Sengupta, una ragazza di quindici anni destinata, ma non rassegnata ad esser venduta come sposa dal padre. I loro destini incrociati in punta di sguardi daranno ad Asha la forza di lottare contro una società conservatrice e maschilista e di tenere alti i suoi sogni anche nel fango e nella violenza. Riuscirà Sarah a salvarla dalla spirale di sfruttamento nella quale sembra affondare? E se invece accadesse il contrario?
Ho sempre sentito dire che i viaggi cambiano le persone. Prima di partire per l’India ero già stata in Giamaica e anche in alcune città europee ma, al ritorno, non mi ero sentita veramente cambiata.
Le esperienze erano state magnifiche, e mi ero sbizzarrita nel fotografare i più importanti monumenti o i più bei scorci naturalistici delle varie nazioni ma l’India… C’è qualcosa di misterioso in quel Paese. Si respira aria di ribellione, di voglia di vivere… ma adesso sto parlando delle maggiori città indiane, non di Kailashpur.
A Kailashpur non si respira aria di libertà. Laggiù le leggi hanno un altro significato, le donne hanno un altro valore, o meglio, non lo hanno affatto. A Kailashpur tutto è diverso.
A raccontarci la sua storia la giovane Sofia Domino, già autrice del testo “Quando dal cielo cadevano le stelle”, che è tornata a dar voce al dolore con le sue parole che suonano come un appello.
Il romanzo è gratuito e la sua lettura può essere un’ottima occasione per approfondire una realtà dolorosa e talmente distante da risultare quasi inimmaginabile. Coloro che desiderassero cimentarsi non devono far altro che richiedere una copia direttamente all’indirizzo e-mail sofiaromanzo@yahoo.it. A rispondere la stessa autrice che invita i lettori ad intraprendere due azioni concrete:
•firmare gratuitamente una petizione per aiutare le donne dei villaggi rurali indiani ad avere una vita migliore, lanciata dalla medesima su Change.org il 19 maggio 2014;
• donare ad Amnesty International.
VOTO: 5/5
LINK ALLA RECENSIONE: http://unlibrointasca.wordpress.com/2...
VAI ALLA RECENSIONE:
Sarah Peterson è cresciuta a New York, città cosmopolita che ha saputo fare tesoro del melting pot di comunità che la compone. Ha ventidue anni, è spensierata e appassionata di fotografia e si appresta a sposare il suo grande amore. Sarà proprio al fianco di Abhai Mailakar, suo compagno di origini indiane, che deciderà di intraprendere un difficile viaggio nel cuore del grande paese. Uno spostamneto senza ritorno, che la porterà a fare i conti con la cruda quotidianità della condizione femminile, particolarmente esacerbata in alcune zone rurali del sub-continente indiano. Ambasciatrice di un mondo così diverso Sarah incontrerà Asha Sengupta, una ragazza di quindici anni destinata, ma non rassegnata ad esser venduta come sposa dal padre. I loro destini incrociati in punta di sguardi daranno ad Asha la forza di lottare contro una società conservatrice e maschilista e di tenere alti i suoi sogni anche nel fango e nella violenza. Riuscirà Sarah a salvarla dalla spirale di sfruttamento nella quale sembra affondare? E se invece accadesse il contrario?
Ho sempre sentito dire che i viaggi cambiano le persone. Prima di partire per l’India ero già stata in Giamaica e anche in alcune città europee ma, al ritorno, non mi ero sentita veramente cambiata.
Le esperienze erano state magnifiche, e mi ero sbizzarrita nel fotografare i più importanti monumenti o i più bei scorci naturalistici delle varie nazioni ma l’India… C’è qualcosa di misterioso in quel Paese. Si respira aria di ribellione, di voglia di vivere… ma adesso sto parlando delle maggiori città indiane, non di Kailashpur.
A Kailashpur non si respira aria di libertà. Laggiù le leggi hanno un altro significato, le donne hanno un altro valore, o meglio, non lo hanno affatto. A Kailashpur tutto è diverso.
A raccontarci la sua storia la giovane Sofia Domino, già autrice del testo “Quando dal cielo cadevano le stelle”, che è tornata a dar voce al dolore con le sue parole che suonano come un appello.
Il romanzo è gratuito e la sua lettura può essere un’ottima occasione per approfondire una realtà dolorosa e talmente distante da risultare quasi inimmaginabile. Coloro che desiderassero cimentarsi non devono far altro che richiedere una copia direttamente all’indirizzo e-mail sofiaromanzo@yahoo.it. A rispondere la stessa autrice che invita i lettori ad intraprendere due azioni concrete:
•firmare gratuitamente una petizione per aiutare le donne dei villaggi rurali indiani ad avere una vita migliore, lanciata dalla medesima su Change.org il 19 maggio 2014;
• donare ad Amnesty International.
"COME LACRIME NELLA PIOGGIA" NUOVA RECENSIONE SU "DA UNA STELLA CADENTE ALL'ALTRA"!
Ringrazio Elena per aver firmato una nuova recensione del mio romanzo "Come lacrime nella pioggia" e per averla pubblicata sul suo blog "Da una stella cadente all'altra"!
VOTO: 4/5
VAI ALLA RECENSIONE:
http://deliri-sofismi.blogspot.it/201...
RECENSIONE:
Non è il primo libro che leggo con una storia drammatica in cui la condizione femminile è rappresentata in modo così tragico, ma questo romanzo di Sofia Domino mi ha colpito tantissimo.
Questo romanzo è un pugno nello stomaco, che ti costringe a non voler più chiudere gli occhi e ignorare ciò che succede dall'altra parte del mondo, ma che sarebbe potuto succedere anche a te, se fossi nata "nella parte sbagliata".
L'unica colpa di Asha, quindici anni appena e degli occhi nerissimi e vivaci, è quella di non accettare un matrimonio combinato, di sfidare lo strapotere degli uomini e desiderare una vita semplice ma da donna libera.
Un giorno nel suo villaggio arriva una ragazza bionda e dagli occhi azzurri, munita di macchina fotografica e della disinvoltura tipica di una ragazza americana, abituata a trattare alla pari con chiunque.
Le loro vite si incrociano, le loro anime si riconoscono e in pochissimo tempo creano un legame indistruttibile, alimentato dal desiderio di una vita migliore per le donne indiane e in particolare per Asha.
Certo, inizialmente ho pensato che l'atteggiamento di Sarah nei confronti degli uomini del villaggio fosse alquanto controproducente, e in effetti non ottiene niente di buono cercando di convincere gli uomini che le loro mogli non dovessero obbedirgli ciecamente con la sola spiegazione che "non è giusto!", però ripensandoci a mente un po' più fredda credo fosse la reazione impulsiva tipicamente americana (nazione che non perde occasione per "interferire" con poco tatto nelle realtà estere), quindi complimenti all'autrice per aver scelto una ragazza newyorkese e non, che so, spagnola o italiana (che magari si sarebbero comportate con un po' di cautela in più).
Ho apprezzato tante cose di questo romanzo: la descrizione dell'ambientazione, quei paesaggi polverosi, la giungla, le piccole capanne etc.. , il rapporto di amore, rispetto e supporto tra Sadie e Abhai, e soprattutto la divisione in tre parti con la seconda (sicuramente la più drammatica e sconvolgente) narrata in prima persona da Asha.
Unica, minuscola pecca, un po' di incertezza formale, qualche ripetizione di troppo o qualche periodo poco comprensibile, ma proprio piccola!
Insomma, è un libro che dovremmo tutti leggere e che non vi lascerà indifferenti. Lo dobbiamo alle ragazze indiane. Non spegniamo il loro sorriso.
VOTO: 4/5
VAI ALLA RECENSIONE:
http://deliri-sofismi.blogspot.it/201...
RECENSIONE:
Non è il primo libro che leggo con una storia drammatica in cui la condizione femminile è rappresentata in modo così tragico, ma questo romanzo di Sofia Domino mi ha colpito tantissimo.
Questo romanzo è un pugno nello stomaco, che ti costringe a non voler più chiudere gli occhi e ignorare ciò che succede dall'altra parte del mondo, ma che sarebbe potuto succedere anche a te, se fossi nata "nella parte sbagliata".
L'unica colpa di Asha, quindici anni appena e degli occhi nerissimi e vivaci, è quella di non accettare un matrimonio combinato, di sfidare lo strapotere degli uomini e desiderare una vita semplice ma da donna libera.
Un giorno nel suo villaggio arriva una ragazza bionda e dagli occhi azzurri, munita di macchina fotografica e della disinvoltura tipica di una ragazza americana, abituata a trattare alla pari con chiunque.
Le loro vite si incrociano, le loro anime si riconoscono e in pochissimo tempo creano un legame indistruttibile, alimentato dal desiderio di una vita migliore per le donne indiane e in particolare per Asha.
Certo, inizialmente ho pensato che l'atteggiamento di Sarah nei confronti degli uomini del villaggio fosse alquanto controproducente, e in effetti non ottiene niente di buono cercando di convincere gli uomini che le loro mogli non dovessero obbedirgli ciecamente con la sola spiegazione che "non è giusto!", però ripensandoci a mente un po' più fredda credo fosse la reazione impulsiva tipicamente americana (nazione che non perde occasione per "interferire" con poco tatto nelle realtà estere), quindi complimenti all'autrice per aver scelto una ragazza newyorkese e non, che so, spagnola o italiana (che magari si sarebbero comportate con un po' di cautela in più).
Ho apprezzato tante cose di questo romanzo: la descrizione dell'ambientazione, quei paesaggi polverosi, la giungla, le piccole capanne etc.. , il rapporto di amore, rispetto e supporto tra Sadie e Abhai, e soprattutto la divisione in tre parti con la seconda (sicuramente la più drammatica e sconvolgente) narrata in prima persona da Asha.
Unica, minuscola pecca, un po' di incertezza formale, qualche ripetizione di troppo o qualche periodo poco comprensibile, ma proprio piccola!
Insomma, è un libro che dovremmo tutti leggere e che non vi lascerà indifferenti. Lo dobbiamo alle ragazze indiane. Non spegniamo il loro sorriso.